New York – Evitare di seguire l’onda del greggio, andando invece a sfruttare le differenze all’interno dell’azionario, che offrira’ ottime opportunita’ e paradossalmente rischi inferiori a quelli dell’obbligazionario. Materie prime eldorado sicuro, cosi’ come le aziende in grado di generare utili e aumentare la cedola. Questi in sintesi i principali consigli offerti da alcuni degli analisti italiani intervistati oggi dall’emittente Class CNBC.
“Fra Germania e Italia l’anno scorso c’e’ stato un abisso”, dice Paolo Federici di Fidelity, secondo cui bisogna quindi saper scegliere bene all’interno dell’azionario. Per saper scegliere i titoli vincenti “conviene guardare alle societa’ in grado di fare utili, quelle che in un contesto normale hanno il 30% di potenziale di crescita pluriennale”. A meno di eventi straordinari come il terremoto in Giappone, il conflitto libico o le rivolte in Medioriente.
Anche Lorenzo Alfieri di JP Morgan suggerisce di puntare sulle aziende affermate a livello mondiale, che stanno registrando utili molto sostenuti. “Siamo ai massimi storici da parecchio tempo, vale anche per Germania e paesi emergenti; le aziende sanno come sfruttare i mercati globali”.
Il 2011 e il 2012 saranno due anni molto importanti in quello che si chiama l’MeA ma anche per l’aumento dei dividendi. L’azionario e’ salito ma in maniera selettiva. Le aziende sono completamente ristrutturate, pronte per riassumere e pronte per una sfida globale.
Per questo si puo’ guardare ai mercati azionari con ottimismo. “Ci sono anche mercati che pero’ sono saliti molto, quindi attenzione, bisogna sempre diversificare”. I portafogli italiani sono ancora poco carichi di azioni, ma “in Inghilterra e Usa la porzione nell’azionario e’ assolutamente tornata ai livelli pre crisi”.
Il settore delle infrastrutture e’ un’area di notevole importanza, secondo Alfieri, mentre per quanro riguarda l’energia “quelle alternative sono in un percorso di medio lungo termine di crescita”. Invocata inoltre la maggiore differenziazione possibile nelle materie prime.
Per l’analista della banca americana in parte anche i finanziari, gli assicurativi sopratutto, rappresentano un buon investimento. Alcune aree sono ritenute interessanti e nonostante l’onda lunga della ripresa – che ha reso cari alcuni titoli – le opportunita’ non mancano.
Andrea Delitala di Pictet invece sconsiglia vivamente di mettere in portafoglio i finanziari, che sono “accerchiati da tutte le parti”. Concorda pure Federici, secondo cui “le banche non saranno piu’ in grado di fare Roe del 20%. Noi investiamo in efficenza energetica di qualunque tipo, perche’ e’ li’ che si andra’”.
Aprendo il capitolo delle materie prime e del petrolio, Andrea Argenti di Blackrock sostiene che l’energia sia un settore tutto a parte: “Il premio al rischio nel prezzo del petrolio per via delle tensioni geopolitiche e’ innegabile. Ma le aziende del comparto sono in grado di creare utili anche di 100 dollari”. Quello che invece non deludera’ mai sono le materie prime.
Giuliano Dacunti di Invesco, che dice di vedere trend di livelli piuttosto alti per il prezzo del petrolio, e’ certo che rame e altri metalli avranno sempre una domanda alta, per via delle costruzioni e attivita’ legate alle infrastrutture. Sicuramente “la Cina puo’ creare turbolenze, ma queste vanno viste come un’opportunita’ ghiotta per entrare”.