MILANO (WSI) – Al contrario di quanto avvenuto la settimana scorsa, tra le peggiori di sempre con cui iniziare l’anno per l’azionario mondiale, le principali piazze finanziarie d’Europa non si fanno intimorire più di tanto dagli scossoni nei mercati cinesi. I cali sono marginali. La Borsa di Shanghai ha perso più del 5% nonostante le rassicurazioni delle autorità di Pechino, secondo cui il sistema finanziario è “in gran parte stabile e in salute”. Il petrolio intanto crolla ancora aggiornando i minimi di 11 anni. Rame ai livelli più bassi dal 2009.
Borsa Milano riporta una sessione comunque all’insegna del nervosismo, sbandando a metà giornata e sul finale, vanificando il recupero visto nel pomeriggio. Sull’indice Ftse Mib (-0,31%) si mettono in evidenza i cali di Ferrari, che si conferma tra i titoli peggiori portando le perdite dal suo debutto a -10% e Mps. Il titolo della banca senese è stato sospeso per eccesso di ribasso, con un calo teorico di quasi -7%, scivolando sotto la soglia di 1 euro. Vendite anche su Mediaset.
Fuori dal listino benchmark, focus anche sul tonfo di Banca Carige, che è stata sospesa per eccesso di ribasso e che, riammessa alle contrattazioni, cede oltre -12%, a 0,9565 euro. Il titolo è crollato -43% dalla conclusione dell’aumento di capitale a oggi.
Effetto Cina sui mercati, con l’azionario cinese che ha esteso il sell off, dopo che le vendite scatenate della scorsa settimana hanno mandato in fumo più di $1 trilione di valore di mercato. Snobbata la decisione della banca centrale della Cina, la People’s Bank of China (PBOC) di rivalutare lo yuan, fissandone il valore contro il dollaro a quota 6,5626. La Borsa di Shanghai ha ceduto oltre -5%, a fronte -6,6% del listino di Shenzhen.
Volatilità e panic selling: sono stati questi i temi che hanno caratterizzato i primi giorni di seduta del 2016 dell’azionario globale, con l’indice di riferimento dell’Europa, lo Stoxx 600, che ha perso la scorsa settimana -6,7%, riportando il calo settimanale più forte dall’agosto del 2011.
A pesare le continue preoccupazioni sul rallentamento della crescita della Cina, alimentate dalle nuove svalutazioni dello yuan.
Piazza Affari ha visto l’indice di riferimento Ftse Mib cedere da inizio 2016 -fino a venerdì scorso – il 7,23%, zavorrato dal sell off sui titoli bancari: il listino disegna una Black closing marubozu che chiude dopo 245 sedute sotto il livello psicologico di 20.000 punti (evento che non si verificava dal 21 Gennaio 2015).
L‘indice VStoxx, che misura le attese sulla volatilità dei titoli dell’Eurozona, ha riportato il balzo, su base settimanale, maggiore da aprile.
Petrolio sotto pressione, con perdite consistenti e superiori a -4% nel caso del Brent, che ha aggiornato come già sottolineato i minimi degli ultimi 11 anni. Secondo Morgan Stanley il fondo non è stato ancora toccato. Vendite in generale sulle commodity, con il rame che testa il minimo in sette anni, ovvero dalla primavera del 2009. A provocare lo scivolone dei prezzi del petrolio, è anche la decisione di diversi hedge fund di tagliare le posizioni long al minimo dal 2010.
Stando ai dati dello US Commodity Futures Trading Commission, ovvero i dati sui trading dei futures sulle commodity, nella settimana terminata lo scorso 5 gennaio, le posizioni nette lunghe sul contratto WTI sono scese -24%. I futures scambiati a New York sono calati -2,8%, dopo essere crollati -10% la scorsa settimana.
I prezzi sono scesi fino a $32,10 lo scorso 7 gennaio, al valore intraday minimo in quasi 12 anni, ovvero dal dicembre del 2003.
Sul fronte del forex, il cambio euro/dollaro riagguanta nel pomeriggio la soglia di $1,09.
Lasciate qui sotto commenti, news e rumor dalle sale operative, consigli, strategie di investimento, le vostre esperienze e tutto quello che vi passa per la testa. Tutti gli aggiornamenti di borsa sul LIVE BLOG (SOTTO), con flash di notizie e grafici.