Per i mercati sono guai. Lo dice una semplice ma molto efficace maniera di misurare i prezzi dei mercati finanziari, che viene monitorata attentamente e costantemente dal guru degli investimenti Warren Buffett. Negli ultimi sette anni e mezzo l’indice S&P 500 ha fatto un balzo del 226%.
Secondo l’indice di Buffett, che fa un confronto tra capitalizzazione delle società quotate e Pil, questa corsa sta per giungere al termine. I prezzi azionari sono sopravvalutati in America e quindi sono destinati a entrare in una fase di correzione dopo aver toccato livelli record in seguito all’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.
Il rapporto tra capitalizzazione di mercato e Pil è stato definito da Buffett “probabilmente il miglior modo di misurare le valutazioni di mercato in un dato momento”. Se il tasso è elevato in maniera sproporzionata – ossia se il valore di mercato è troppo al di sopra dei livelli dei beni e servizi dell’economia – allora è giunto il momento di stare alla larga dalla Borsa.Â
Il concetto è molto semplice: prima o poi l’attività e produzione dell’economia di un paese dovrebbe riflettere l’andamento degli utili societari delle sue aziende in generale, e pertanto del valore della sua Borsa. Anche perché i mercati finanziari tendono ad anticipare lo stato economico e finanziario di un paese e del suo settore privato.
Buffett ha inoltre osservato come durante la bolla di Internet a fine Anni 90 e inizio anni 2000, “il rapporto è cresciuto a un livello senza precedenti” ed è tornato a scalare i piani alti nei momenti precedenti la crisi finanziaria del 2007. Il grafico sotto riportato vale più di tante parole.
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