ROMA (WSI) – Nell’approccio ai mercati finanziari si sa, esistono numerosi metodi, alcuni migliori, altri peggiori, nessuno infallibile, e qui da un certo punto di vista sta anche il fascino della finanza. Quello che è importante è la coerenza nel seguire un metodo e ragionare sempre per ipotesi, mai per certezze assolute.
Fatta questa premessa l’approccio che il sottoscritto predilige seguire è quello legato ai numeri: “il prezzo sconta tutto”: notizie macroeconomiche, bilanci, attese degli operatori, manipolazioni, insider trading, tutto questo concorre a formare i prezzi sul mercato e le dinamiche di forza di compratori e venditori.
Ora se guardiamo ai prezzi di due mercati cruciali come S&P500 e Dax30 osserviamo interessanti analogie. Entrambi gli indici sono esattamente in corrispondenza dei massimi di fine 2007 e di quelli di marzo 2000, oramai famosi e scolpiti nella memoria di milioni di risparmiatori di tutto il mondo.
L’S&P è oramai a un battito di ciglia dai massimi a 1576 punti mentre il Dax30 potrebbe arrivare a breve sugli 8100 punti.
La prima domanda che ci si deve porre è quindi: su una resistenza così forte, che è in piedi da 13 anni, riuscirà la forza dei tori a spazzare via tutto (ad esempio le incertezze come la minaccia atomica nord coreana, gli effetti negativi del Fiscal Cliff, la crisi profonda del Sud Europa) e tutti ossia chi, approfittando di questa salita, cercherà di liquidare i propri investimenti in perdita da anni?
Ecco quindi che l’ipotesi che ritengo più probabile, condivisa col mio staff di collaboratori, è sintetizzata in questa immagine: ancora due onde a salire per l’S&P500 che ci portino sopra alla resistenza con un target finale in area 1610 punti futures (spezzata da due onde correttiva intermedie, la seconda in area 1520) per poi assistere ad una inversione ribassista abbastanza pesante, che potrebbe manifestarsi tra fine aprile e metà maggio. E qui ci fermiamo.[ARTICLEIMAGE]
Nessuno ha la sfera di cristallo e quindi, anche ipotizzando che questo scenario risulti azzeccato, occorrerà tempo per capire se si tratterà di una inversione di breve (in questo caso avremmo un semplice pullback, con successivo inaspettato rafforzamento del trend bullish) o di medio periodo.
Certo è che occorre molta prudenza e le nubi si addenseranno nuovamente sull’Italia il cui debito pubblico è senza controllo nonostante l’impennata delle entrate fiscali, a conferma del fatto della discutibile politica del governo Monti: non si salva una nave che imbarca acqua solo ributtando fuori l’acqua con un secchio più grosso ma chiudendo contemporaneamente le falle…
Se Germania e America sono sui massimi, un loro crollo in borsa (che non ci auguriamo) che conseguenze avrebbe sul mercato italiano che è nella situazione tecnica opposta (potenziale doppio minimo) e penalizzata in questo fine inverno anche dalla Tobin Tax che ne ha assottigliato i volumi?
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