Lo slancio della riforma fiscale americana è finito e la crescita degli utili, sperimentata l’anno scorso dalle società americane, nella parte restante dell’anno sarà assai più influenzata dall’andamento del commercio globale e dai tassi d’interesse.
Come vanno i fondamentali di Wall Street
“Quest’anno, gli analisti delle banche d’affari hanno fortemente declassato i profitti, prevedendo un calo del 3,2% per il terzo trimestre, su base annua”, ha scritto Unigestion, società internazionale con 22,9 miliardi di dollari in gestione, “dato il trend storico che ha portato molte aziende a registrare utili superiori alle stime, riteniamo che il trimestre si possa chiudere in territorio leggermente positivo”.
Al termine della prima settimana di trimestrali americane i segnali sono stati positivi, con utili superiori, in media, del 3,7% rispetto alle stime.
“Nelle prossime due settimane, le restanti società – pari a due terzi della capitalizzazione dell’indice S&P 500 – diffonderanno i dati di bilancio, fornendoci indicazioni se il crollo degli utili è alle spalle e se le aspettative di crescita molto elevate degli analisti per il 2020 (+10,6%) e il 2021 (+9%) possono essere ancora considerate realistiche”.
Secondo Unigestion, tuttavia, “la direzione è chiaramente cambiata dopo la riforma fiscale”, che ha garantito un balzo in avanti negli utili societari che difficilmente potrà ripetersi in futuro: “con la crescita degli utili per azione in stallo, la performance di mercato dipende più che mai dai bassi livelli dei tassi”.
Gli effetti della guerra commerciale
L’altro elemento chiave, citato da due aziende Usa su cinque, è l’esito della guerra commerciale in atto tra le due superpotenze Usa-Cina e l’impatto che esso avrà sulla circolazione delle merci.
“Ci aspettiamo che le sorprese negative in termini di utili nel terzo trimestre proverranno principalmente dai settori con un’elevata esposizione al commercio globale e i cui ricavi provengono dall’export, a causa della forza del dollaro Usa.
Gli spunti operativi
In questo contesto l’asset allocation di Unigestion resta complessivamente ottimista sui futuri sviluppi del mercato azionario, tenendo conto di un rischi recessione “basso” come anche basso è il rischio che l’inflazione cresca più delle attese.
“Riteniamo che gli sviluppi relativamente positivi sul fronte politico e la stabilizzazione dei dati macroeconomici non siano ben prezzati sul mercato”, scrive il gestore, sostenendo che “il sentiment negativo e l’elevata incertezza hanno portato ad un posizionamento contenuto sugli asset rischiosi… Un piccolo cambiamento positivo del sentiment potrebbe innescare un pain trade al rialzo”. Ovvero, spiazzare gli investitori che finora si sono mossi cauti.