MILANO (WSI) – Avvicinandosi il mese di maggio ci si chiede, come ogni anno, se si debba dar credito al vecchio detto “Sell in may and go away”.
Nella letteratura finanziaria è presente un ampio dibattito sugli «effetti stagionali» dei mercati, ovvero su comportamenti dei mercati, teoricamente predeterminabili, connessi a specifici momenti del calendario solare.
In particolare, con “Sell in may and go away” o «Effetto Halloween» si identifica la presunta sovra-performance dei mercati azionari nel periodo novembre–aprile rispetto al periodo maggio-ottobre.
Tale detto lascerebbe ipotizzare l’efficacia di una semplice strategia di vendita in aprile e riacquisto in ottobre del portafoglio azionario.
Con l’obiettivo di testare se l’”Effetto Halloween” è realmente confermato da dati empirici, abbiamo analizzato le serie storiche degli indici S&P 500 e DAX nel periodo 1980 – 2012.
In particolare, abbiamo calcolato su base annuale la differenza tra l’andamento degli indici nel periodo novembre/aprile e la performance nel periodo maggio/ottobre.
L’analisi mostra effettivamente che i mercati tendono a riportare migliori performance nel periodo novembre/aprile (pur con alcune importanti eccezioni):
• per quanto riguarda lo S&P 500, emerge che l’Effetto Halloween si è verificato 22 volte su 33. (67% dei casi);
• analizzando il DAX, i dati confermano che la sovraperformance nel periodo novembre/aprile si è verificata nel 73% dei casi(24 volte su 33).
Come si spiega tale andamento?
Facendo riferimento all’evidenza empirica e al buon senso, sappiamo che nel periodo estivo i volumi di trading tendono a diminuire (alcuni investitori chiudono le posizioni per l’impossibilità di seguire con continuità i mercati); gli analisti, poi, hanno ormai a disposizione proiezioni affidabili per stimare i fatturati delle aziende per l’anno in corso e possono così essere più oggettivi nelle valutazioni di acquisto rispetto al periodo novembre/aprile.
Inoltre, in molti Paesi le uscite fiscali si concentrano tra maggio e ottobre, il che inevitabilmente porta a un alleggerimento dei portafogli.
In alcuni settori, infine, i nuovi prodotti/servizi sono presentati dalle aziende agli analisti proprio prima del periodo natalizio, spingendo al rialzo le quotazioni di tali aziende verso la parte finale dell’anno.
Queste motivazioni non convincono però molti trader, i quali fanno notare importanti eccezioni a questa presunta regola; l’ultima, in ordine di tempo, risale al 2009, quando da marzo i mercati azionari hanno segnato un recupero, con rendimenti interessanti nel periodo estivo.
Il punto di vista dei nostri gestori hedge
Abbiamo chiesto ad alcuni gestori hedge internazionali presenti nei nostri portafogli se nel 2013 si aspettano una ripetizione delle correzioni sui mercati a cui si è assistito nei mesi estivi negli ultimi anni, registrando in risposta opinioni non univoche.
Ciò per noi è però un segnale positivo perché un fondo di fondi con gestori posizionati in modo diverso porta a un’asset allocation differenziata e quindi ben posizionata anche in caso di improvvisi cambiamenti di trend.
I pessimisti
Fondo A (event driven europeo con circa 250 milioni di dollari in gestione basato a Londra): “Direi che il Sell in May può risultare sensato anche quest’anno. I mercati stanno beneficiando di una forte riallocazione di capitale nell’azionario, che potrebbe subire una pausa durante l’estate. Guardando ai fondamentali, la recente espansione di multipli sarebbe giustificata da prospettive di ripresa economica nella seconda metà dell’anno. Tali prospettive potrebbero, però, rivelarsi ottimistiche, viste le notevoli difficoltà dell’Eurozona e la stretta di liquidità in Cina“.
Fondo B (long/short globale con 400 milioni di dollari in gestione basato a Londra): “Sono preoccupato nel breve termine mentre sono più ottimista nel medio. I titoli azionari di alcuni settori sono saliti molto. In particolare i titoli difensivi, in cui gli investitori si sono rifugiati per essere meno soggetti al rallentamento del ciclo economico, stanno toccando valutazioni superiori a quelle del 2007. Per questo motivo mi sono posizionato corto sulla parte del mercato che è salita di più, mentre nella parte lunga del portafoglio preferisco mantenere posizioni in titoli con valutazioni contenute e prezzi che incorporano prospettive economiche già molto negative. Senza contare che c’è troppa divergenza tra quello che esprime il mercato dei titoli di stato (rendimenti ai minimi storici, quasi da grande depressione) e quello che osserviamo sul mercato azionario.
Attenzione a una possibile fase di aggiustamento: se l’economia andasse meglio del previsto, allora i tassi di interesse inizierebbero a salire; questo deprimerebbe le quotazioni dei titoli obbligazionari, ma impatterebbe nel breve anche sui mercati azionari che dovrebbero tenere conto dello scenario di crescita dei tassi di interesse.
I neutrali
Fondo C (gestore long/short europeo con 500 milioni di dollari in gestione basato a Londra): “Le correlazioni tra i singoli titoli sono basse rispetto alle medie osservate negli anni recenti: il mercato dunque si sta muovendo in modo molto razionale. Credo che un mese di correzione potrebbe però esserci, dato che la crescita globale è anemica e la crisi del debito sovrano è meno virulenta, ma latente. I dati tecnici sono però a favore del mercato azionario perché i tassi, vicino allo zero, continueranno a spingere flussi verso i mercati azionari a danno del comparto obbligazionario. Lo scenario di rallentamento in Cina, Europa e le deboli trimestrali delle aziende cicliche potrebbero dunque innescare uno storno, ma non una vera e propria fuga in maggio.»
Fondo D (long/short UK basato a Londra con 400 milioni di dollari in gestione): “In effetti il mese di maggio storicamente è stato un buon mese per liquidare gli investimenti: negli ultimi cinque anni, quattro volte su cinque questa strategia ha pagato. E’ altrettanto vero che ci sono state delle eccezioni in corripondenza di specifici eventi: quest’anno, per esempio, se in maggio dovesse risolversi la questione italiana, potremmo registrare un movimento positivo sul mercato europeo.
In qualità di hedge fund manager, non sono però guidato dalla direzionalità o ciclicità dei mercati nella gestione del portafoglio: credo che l’alpha derivante dallo stock picking sia tornato e penso anche che siamo solo all’inizio di questo trend. A prescindere dall’effetto Halloween, è tornato profittevole analizzare i fondamentali delle aziende.”
Fondo E (fondo macro con circa un miliardo di dollari in gestione basato a Londra): “Stiamo osservando un consolidamento sul mercato azionario degli investitori istituzionali, con nuovi flussi in entrata, a causa della scarsa attrattività offerta dal mondo obbligazionario. Bisognerà vigilare su un possibile rallentamento dei dati Usa nei prossimi mesi. E’ questa variabile che seguiremo per impostare il portafoglio in maggio, piuttosto che ispirarci allo storico detto.
Gli ottimisti
Fondo F (gestore long/short Usa con un miliardo di dollari in gestione basato a New York): “Rimarremo investiti in maggio: siamo in un momento molto particolare sia sotto il profilo economico – di ritorno alla crescita in Usa – sia sotto il profilo delle valutazioni delle azioni rispetto alle obbligazioni. Credo anche che il rischio sistemico sia contenuto, con tutte le Banche Centrali in fase di politica monetaria espansiva.
Fondo G (long/short globale con un miliardo di dollari in gestione basato a Londra): “Rimango molto positivo sui mercati azionari, considerata l’enorme quantità di liquidità in circolazione e, in assenza di alternative di investimento , con rendimenti interessanti.”
Copyright © Hedge Invest SGR. All rights reserved