Mentre è partito il conto alla rovescia per l’appuntamento elettorale italiano, in calendario domenica prossima, azioni e obbligazioni “si presentano insolitamente calmi prima di un evento che, in caso qualcosa andasse storto, potrebbe generare volatilità” scrive in una nota Andrea De Gaetano, Senior Analyst, di Olympia Wealth Management.
Questo nonostante ci siano tutte le premesse per una situazione opposta:
Il debito pubblico italiano, circa 2300 miliardi di euro, è tradizionalmente lo spauracchio degli investitori all’avvicinarsi delle elezioni italiane, fonte di incertezza. L’Italia ha il 132% di rapporto fra debito e prodotto interno lordo, il secondo per dimensione in Europa, dopo la Grecia (dove il rapporto debito/pil sfiora il 180%). Il tasso di disoccupazione è all’11%, superiore alla media europea all’8.7%. I non performing loans, crediti deteriorati, sebbene in diminuzione, restano elevati. Tanta legna sul fuoco per alimentare la speculazione e infiammare la stampa estera, feroce critica del Belpaese.
Perché, a dispetto dei pessimisti, a pochi giorni dalle elezioni i Titoli di Stato italiani fanno spallucce, mansueti come pecorelle, con rendimenti negativi fino alla scadenza due anni?
Da un lato – spiega l’esperto – il mercato ha iniziato a scontare l’incertezza elettorale sulla notizia, a metà dicembre 2017, con rendimenti dei BTP saliti da area 1.60% al 2% di rendimento. D’altro canto, il coro degli investitori ritiene più probabile un prossimo governo di larghe intese con mantenimento dello status quo, piuttosto che uno scenario estremo. Poi, rimane la fiducia nella BCE, che come un cerbero buono, difende i Titoli governativi europei dalla speculazione.
Ma non solo.
Si aggiunga a questo che negli ultimi anni il Ministero del Tesoro si è finanziato con astuzia, riducendo le emissioni a tasso variabile (difficile pensare a tassi più negativi di oggi) e allungando la scadenza media del debito a tasso fisso, 6.9 anni nel 2017. Nel periodo 1990-1998, riporta Bloomberg, la scadenza media del debito italiano era inferiore ai 4 anni. Ciò assicura un bel polmone d’ossigeno all’Italia, anche se le condizioni di mercato dovessero peggiorare.
Al momento, la situazione appare cosí caratterizzata:
Il differenziale (spread) di rendimento tra Titoli di Stato Italia-Germania è sui minimi storici sulla scadenza 2 anni, 42 punti di differenza, con il 2 anni Italia a -0,17% e due anni Germania a -0,59. Il mercato azionario italiano, in scia al rimbalzo delle altre Borse mondiali, ha recuperato terreno nelle ultime sedute, risalendo dai 21907 punti del 14 febbraio ai 22859 punti di oggi. Ancora ben lontano dai 24050, massimi di fine gennaio 2018.
Ora, se è vero che è impossibile prevedere il futuro e troppo rischioso cercare di indovinare chi vincerà le elezioni italiane e la reazione del mercato, è altrettanto vero – dice l’esperto
“che con il mercato in fase attendista, per chi non ha posizioni, meglio aspettare l’evento senza anticiparne gli esiti”.
Discorsi diverso per chi investe nel reddito fisso:
Per chi invece ha BTP e posizioni sul mercato azionario, qualche alleggerimento o copertura delle posizioni ci pare opportuna, tanto più con lo spread tra Titoli Italia-Germania sui minimi storici (soprattutto sulla parte breve) e con la discesa della volatilità che consente di proteggersi a costi contenuti, tramite l’acquisto di put.
Infine sul mercato dei cambi:
Sul cambio euro/dollaro USA consideriamo 1,25-1,2650 area di vendita e 1,20-1,1950 area di acquisto, con view di breve moderatamente positiva sul dollaro, in ragione del differenziale di rendimento a favore di dollaro sui massimi storici.