Dopo gli analisti di Nordea, secondo cui il taglio del rating sovrano italiano è inevitabile, anche per Moody’s il declassamento del sistema Italia potrebbe essere alle porte. Così almeno fa intendere Mark Zandi, capo economista dell’agenzia in una lunga intervista a La Stampa.
“È logico aspettarsi che le preoccupazioni sull’Italia manifestate in questi giorni dai mercati si rifletteranno anche nelle prossime valutazioni delle agenzie di rating (…) Certamente quello che sentiamo non è un plus per l’outlook fiscale dell’Italia il giudizio dei mercati come quello delle agenzie di rating, non si basa sulla politica ma sui numeri, che sono dati oggettivi e uguali per tutti”.
A Matteo Salvini che ha parlato di manovre di speculatori sullo spread alla maniera di George Soros, Zandi risponde:
“Gli investitori, che per la maggior parte sono persone come noi, mettono i loro risparmi nei titoli emessi dall’Italia e vogliono essere ripagati. Oggi temono che non rivedranno i loro soldi, almeno in un tempo ragionevole, e quindi chiedono maggiori compensazioni per questo rischio. È naturale se prendi rischi, vuoi avere ritorni più alti per correrli”.
Oltre a Moody’s a fine mese si esprimerà sul debito italiano anche Standard & Poor’s ma non si dice preoccupato dal possibile downgrade il presidente leghista della commissione Finanze del Senato Alberto Bagnai.
“Non sono nella testa di persone che davano la tripla A a Lehman il giorno prima, ma può anche darsi che ci sia (ndr: il downgrade) dato il clima che si è creato, data l’estrema confusione che mette in allarme l’industria finanziaria. Bisogna anche riflettere sul fatto che noi siamo giudicati per quello che avviene nel giro di poche settimane quando stiamo proponendo al paese un piano di riforme ambizioso che ha i suoi tempi tecnici per dispiegarsi. Può anche darsi che sulla base di giudizi un po’ affrettati vengano prese decisioni sbagliate da parte degli investitori, visto che sulla sostenibilità del debito pubblico italiano nessuno ha espresso pareri negativi”.
Bagnai afferma però che titoli di Stato italiani sono sicuri perché non c’è rischio default all’orizzonte e, a differenza di Salvini, esclude ipotesi di complotto.
“Escluderei ipotesi di complotto, escluderei anche ipotesi di cambiamento della manovra.