ROMA (WSI) – Quando entrerà in vigore nel 2016, il cosiddetto bail-in delle banche avrà un impatto potenzialmente dirompente. A rivelarlo Fabio Panetta, vice direttore generale della banca d’Italia nel corso di un seminario organizzato dalla Commissione finanze della Camera, in merito agli schemi di decreti legislativi per il recepimento della direttiva UE sul risanamento e sulla risoluzione delle banche.
Il cosiddetto bail-in comporta il coinvolgimento di azionisti e obbligazionisti nel salvataggio di una banca in crisi. Saranno loro a pagare, mediante la procedura di risoluzione che in Italia verrebbe attivata proprio dalla Banca d’Italia.
Con l’occasione Panetta precisa come la direttiva UE sul risanamento e risoluzione della banche ha escluso dalla sua applicazione le categorie di passività più rilevanti per la stabilità sistemica e quelle protette in sede concorsuale. Così non formano oggetto di bail-in, sottolinea il vice direttore generale di Bankitalia, i depositi di valore pari o inferiore a 100.000 euro, le obbligazioni garantite da attivi della banca (quali i covered bond), i debiti interbancari a brevissimo termine.
Potranno però essere intaccati i depositi superiori a 100.000 euro detenuti da famiglie o da piccole e medie imprese, solo per la parte che eccede tale soglia e comunque dopo le altre passività. “Ciò minimizza di fatto la probabilità che essi subiscano perdite pur in situazioni di dissesto” – precisa Panetta. D’altro canto potranno essere interessati dal bail-in le obbligazioni bancarie non garantite (senior), le passività subordinate e gli altri strumenti di capitale.
Infine potrà essere applicato il regime del bail-in (che si distingue dal bail-out in cui è lo stato, agente esterno, a salvare l’istituto in crisi) anche agli strumenti già in circolazione alla data di entrata in vigore della normativa di recepimento.
“Da noi” – conclude Panetta – “gli interventi pubblici sul mercato del credito non hanno generato costi per lo Stato, ma un flusso, pur contenuto, di ricavi netti positivi sotto forma di interessi e commissioni”.
Intervenuto nel seminario anche Giuseppe Vegas, presidente della Consob il quale propone di introdurre un “meccanismo per il quale, nel momento in cui si decide di far partire il decreto sul bail in, potrebbe essere associato anche a una sorta di automatismo della sospensione delle negoziazioni, perchè così si eviterebbe qualunque tipo di asimmetria informativa”.
“Sarebbe opportuno mantenere il sistema attuale per evitare scarsa trasparenza nei confronti dei risparmiatori ed evitare che la nuova normativa, con effetti di minore trasparenza, possa avere effetti di maggiore instabilità”, ha detto sempre Vegas.
(Aca)