ROMA (WSI) – Il bail in entra a far parte ufficialmente del nostro ordinamento giuridico: una realtà che a partire dal 1° gennaio del 2016 interesserà tutti dal momento che, nel caso in cui una banca dovesse essere travolta da una forte crisi finanziaria, e rischiare la bancarotta, non sarà più lo Stato a salvarla, ma gli azionisti e gli obbligazionisti a intervenire, accollandosi le perdite. Se non basterà, a essere coinvolti saranno anche i correntisti.Per qualcuno bail in fa rima con prelievo forzoso sui cittadini. Addio dunque ai risparmi di una vita? L’Italia segue le stesse orme dell’ Austria?
Arrivato oggi il via libera definitivo da parte del Consiglio dei Ministri alla nuova normativa sui salvataggi bancari che cambierà profondamente il rapporto tra il correntista e la banca. Approvati i due decreti legislativi, come ha reso noto Claudio De Vincenti in conferenza stampa: “Sono stati approvati in via definitiva i due decreti legislativi in materia di resolution bancaria”.
Di fatto, in caso di crac di un istituto di credito, a gettare il salvagente al posto dello Stato saranno, nell’ordine
1) Gli azionisti
2) I possessori di titoli subordinati
3) I detentori di obbligazioni e altre passività ammissibili
4) Appunto, i correntisti (sia persone fisiche che di Pmi) che abbiano depositi per un valore superiore ai 100.000 euro.
Saranno invece tutelati i correntisti con depositi per un importo inferiore ai 100.000 euro e i detentori di bond assicurati, come nel caso dei covered bond.
I correntisti dunque sono chiamati a partecipare alle perdite, ma solo se gli interventi che colpiranno le prime due categorie – azionisti e obbligazionisti non garantiti – non saranno sufficienti. In quel caso si interverrà sulla parte che eccede i 100.000 euro, dal momento che il Fondo di tutela dei depositi interbancari garantisce somme fino a tale soglia.
Lo scorso 6 novembre, in mattinata, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, aveva parlato di approvazione in via definitiva da parte del governo dei provvedimenti di bail in. La stessa sera una nota emessa da Palazzo Chigi ha precisato poi che l’ok definitivo non era ancora arrivato.
Questo, perchè rimane un grande nodo da sciogliere: quello della trasparenza da adottare nella comunicazione ai clienti.
Lo stesso Giuseppe Vegas, presidente della Consob, lo scorso 22 ottobre aveva auspicato che il dl sul bail in venisse modificato perché “non perfettamente coerente con le direttive europee in materia di abusi di mercato e trasparenza”.
Per Vegas “la norma più critica riguarda l’obbligo di differire la diffusione al pubblico della notizia relativa alla procedura di risoluzione sino al momento della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che si pone in contrasto con la direttiva comunitaria su abusi di mercato”.
Il numero uno dell’organo di vigilanza aveva avvertito in quell’occasione che un ritardo automatico nella diffusione delle informazioni “può determinare un danno per gli investitori che acquistano strumenti finanziari della banca a un prezzo che non riflette la notizia sullo stato di dissesto della banca o dell’impresa di investimento”, con conseguente rischio di “alimentare contenziosi legali e cause di risarcimento” da parte degli investitori pregiudicati da un quadro informativo “incompleto o fuorviante”.
E di fatto per l’ok definitivo manca a questo punto solo il parere della competente Commissione parlarmentare, che vuole essere certa che ci sia trasparenza e tempestività nella comunicazione ai clienti delle banche.
Il tempo stringe, visto che proprio il 15 novembre, dunque dopodomani, scade il termine per recepire la direttiva europea. Intanto, sul tema trasparenza, interessante è l’analisi scritta da Nicola Borzi sul Sole 24 Ore.
Borzi riporta una lettera, scritta da un settantenne di Roma a Bankitalia e alla Consob. Lettera con cui l’uomo si è rivolto agli istituti di vigilanza, dopo aver chiesto con insistenza chiarimenti alla sua banca, in relazione ai bond subordinati Tier 2 a cinque anni sottoscritti.
Spettabili istituti di vigilanza, ho acquistato un ingente importo di bond emessi dalla banca senza essere informato sui rischi di bail in. Vi chiedo di fornirmi con sollecitudine informazioni dettagliate sulla stabilità bancaria, finanziaria e societaria dell’istituto.
Scrive Borzi del Sole 24 Ore:
A poche settimane da una svolta radicale, i risparmiatori non hanno ancora chiaro il quadro normativo che li vedrà coinvolti in caso di crisi degli istituti di cui possiedono azioni e bond o di cui sono anche solo correntisti (…) Non può bastare il rinvio alle norme sul sito istituzionale della Banca d’Italia.