La liquidità depositata presso le banche dai fondi comuni è protetta al 100% da eventuali risoluzioni dell’istituto tramite il famigerato bail-in. Ma le cose sono diverse se il fondo d’investimento assume la forma giuridica di Sicav, Sicaf e fondi pensione. Un’anomalia questa, chiarita a inizio febbraio dalla Banca d’Italia, che, su sollecitazione di Assogestioni sul tema, ha prodotto una circolare (n.12/17/C) che dirime la matassa della procedura di salvataggio europea.
Ne consegue che gli investitori che si affidano a queste ultime tipologie di fondi si espongono a rischi superiori rispetto a quelli che puntano sui fondi comuni, una disparità di cui la stessa Banca d’Italia è consapevole e che, a quanto risulta, non dipende da una precisa volontà del legislatore.
“La Banca d’Italia, nella consapevolezza delle disparità riscontrate nella normativa fra fondi di investimento, da un lato, e Sicav, Sicaf e fondi pensione, dall’altro, suggerisce di intraprendere iniziative legislative nelle opportune sedi, nel rispetto dell’ordinamento europeo”, scrive una nota di Assogestioni.
Sul tema è intervenuto anche il presidente di Moneyfarm, Paolo Galvani, secondo il quale “la logica applicata da Palazzo Koch è frutto di un’interpretazione molto rigorosa della norma sulle risoluzioni bancarie e della sua interazione con altre norme, in particolare il Testo Unico della Finanza (TUF). Fattore discriminante, che giustifica la differenza nelle garanzie, è la caratteristica di segregazione patrimoniale che si applica alla liquidità degli investimenti in fondi comuni e a gestioni offerte da operatori terzi, stabilita rispettivamente dagli articoli 36 e 22 del TUF”.
“Per quanto riguarda il merito della nota”, ha aggiunto Galvani, “è evidente che ci troviamo di fronte a una disparità di trattamento (che svantaggia fondi pensione, Sicav e Sicaf) che sembra causata principalmente da un’interazione tra norme non armoniosa piuttosto che da una precisa volontà del legislatore”.
Fintantoché non verrà ufficializzato qualche provvedimento, tuttavia, la situazione di disparità nei rischi resta nel concreto per gli investitori.
“È importante che i risparmiatori abbiano piena consapevolezza della situazione. Solo in questo modo potranno scegliere in autonomia tra i vari servizi, tenendo in considerazione il rischio associato agli istituti attraverso i quali decidono di investire i propri risparmi”.