New York – L’indice di volatilità, il Chicago Board Options Exchange Volatility, ha concluso il terzo trimestre mettendo a segno un guadagno record su base trimestrale e superando quota 40 punti. Tale soglia, secondo quanto riporta Bloomberg, è stata superata soltanto il 3% delle volte in venti anni. La buona notizia per gli investitori? Di solito, quando la volatilità si attesta al di sopra di questo traguardo, i mercati azionari tendono a rimbalzare.
Precisamente, nei tre mesi terminati il 30 settembre, il VIX ha messo a segno un rally del 160%, a quota 42,96; questo, a fronte della performance dello S&P 500, che è sceso nello stesso arco temporale del 14%, registrando il peggior calo dal 2008.
Ora, sempre stando ai dati resi noti da Bloomberg, ogni volta che l’indice si è attestato al di sopra dei 40 punti, lo S&P 500 ha guadagnato il 3,2% circa, in media, nei tre mesi successivi.
Il calcolo del VIX avviene prendendo come riferimento i prezzi che si pagano per proteggere le azioni dalle perdite; durante il trimestre, il suo valore è stato in media di 30,6 punti, un record dal 2009. “Un VIX molto elevato suggerisce che gli investitori si sono arresi e che si è vicini a un importante punto di ingresso – afferma James Paulsen, responsabile strategist per gli investimenti presso la società di gestione Wells Capital Management – Si può definire come un indicatore di sentiment contrario; dunque, quando il VIX balza, è come se il sentiment ribassista vicino al panico balzasse anch’esso. E questo è un segno di buy per il mercato”.
Dello stesso avviso Jeffrey Kleintop, responsabile strategist di mercato presso LPL Financial Corp, di Boston. Secondo Kleintop, il VIX dimostrerebbe che lo S&P 500 è sceso per troppo tempo, e troppo velocemente. Di conseguenza, consideriamo un VI attorno a quota 40 come un segnale di un’emotività sul mercato che è arrivato a livelli estremi. A un valore sopra i 40 punti, si tratta di norma di un buon indicatore del ritorno dei buy”