GENOVA (WSI) – Dopo la fumata nera della scorsa settimana e l’ultimatum lanciato dal ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, banca Carige si rimette in riga. Sono stati firmati infatti con Deutsche Bank, Credit Suisse e Barclays i contratti di costituzione del consorzio di garanzia che dovrà farsi carico dell’eventuale inoptato della ricapitalizzazione.
La banca ligure provvederà in tempi brevi a integrare il prospetto informativo, già depositato in Consob con l’auspicio di far partire l’aumento di capitale – giudicato fortemente diluitivo nel senso che se i soci che non dovessero sottoscriverlo vedranno ridotta in modo massiccio la loro quota di partecipazione nel capitale della banca, che diventerà sostanzialmente irrilevante – durante questa settimana, dopo l’autorizzazione alla pubblicazione del prospetto da parte di Consob. Andando nei dettagli dell’operazione, dei 560 milioni di euro di aumento di capitale verranno emesse 49,81 miliardi di nuove azioni, offerte in opzione agli attuali soci, a cui si aggiungeranno 6 miliardi di nuove azioni destinate prioritariamente ai possessori dei bond subordinati.
Una trattativa a oltranza tra i soci e le banche d’affari per la garanzia sull’aumento da mezzo miliardo che è costata anche qualche tensione allo sportello, per lo più nella mattinata di venerdì. Ma tutto ora è rientrato, parola del ceo di banca Carige Paolo Fiorentino che al Il Sole 24 Ore plaude al risultato ottenuto, da soli, senza aiuto dello Stato.
“La relazione con i nostri clienti è stata sempre di grande affezione. Abbiamo spiegato loro e ci hanno confermato la fiducia, quelli che se ne sono andati torneranno già da lunedì. per la prima volta, per lo meno nei tempi recenti, una banca italiana dimostra di potercela fare da sola, senza l’intervento dello Stato o del sistema bancario. Un segnale importante per tutto il settore, che può senz’altro contribuire ad arginare ogni possibile effetto contagio. Anche perché non possiamo certo negare la situazione di debolezza che abbiamo ereditato. Questa volta, però, ce l’abbiamo fatta. Da soli”.
Il ceo afferma che una quota dell’aumento può considerarsi virtualmente coperta e si tratta di quasi 300 milioni, tra i soci noti, qualcuno nuovo di natura istituzionale, e gli ex bondholder. E sul futuro della banca e una possibile partecipazione di Generali, Intesa e Unipol, Fiorentino afferma:
“Vedremo. Registro un’ottima predisposizione di tutti. È chiaro che per un investitore che si è detto interessato a prendere parte allo scambio dei bond la partecipazione all’aumento ha una valenza difensiva, consente di mettere in sicurezza il proprio credito”.