Roma – Secondo il rapporto preparato da Moneyval il Vaticano deve fare ancora importanti riforme prima di raggiungere gli standard internazionali per combattere il ricilaggio e il terrorismo finanziario.
Come anticipato nei giorni scorsi da Reuters, il rapporto stilato dall’organismo del Consiglio d’Europa dice che la Santa Seede – che ha come organismo finanziario l’Istituto per le opere di religione (Ior) – ha superato 9 su 16 delle raccomandazioni considerate chiave e centrali e ha ricevuto valutazioni negative sulle restanti sette.
Il rapporto, che avrà influenza sul tentativo del Vaticano di raggiungere la white list dei Paesi che rispettano gli standard internazionali, dice che il Vaticano “ha percorso una lunga strada in un breve periodo” e molti dei punti nodali per combattere il riciclaggio sono stati attuati ma molti devono essere ancora raggiunti.
Nelle settimane scorse l’istituto della Santa Sede Ior si e’ difeso dalle accuse di compiere investimenti speculativi sfruttanto conti cifrati. Lo scandalo ha spinto il numero due dell’Istituto per le Opere di Religione, Paolo Cipriani, a tenere una conferenza stampa con i giornalisti – il primo briefing di sempre di un dirigente della banca vaticana.
Nella sede dell’istituto, nel torrione di Nicolò V in Vaticano, Cipriani ha dichiarato a un gruppo di giornalisti: “Vorrei sfatare una volta per tutte questa leggenda: non esistono conti cifrati”.
Il numero due dell’istituto – la presidenza è vacante dal licenziamento di Ettore Gotti Tedeschi lo scorso 24 maggio – ha ammesso l’apertura di un conto solo a “nunziature e delegazioni apostoliche, dicasteri della Santa Sede, fondazioni canoniche e cause di beatificazione, uffici della Santa Sede, congregazioni religiose, istituti secolari, monasteri, conventi e abbazie, conferenze episcopali, diocesi e arcidiocesi, parrocchie e chiese, seminari e collegi, cardinali e vescovi, clero secolare, religiosi e religiose autorizzate, amasciate presso la Santa Sede e corpo diplomatico accreditato, dipendenti pensionati vaticani, famiglia pontificia”.
Cipriani ha anche precisato che “non ci sono state alcune sistematiche uscite di capitali dall’entrata in vigore della legge CXXVII” sulla trasparenza finanziaria e che lo Ior non fa investimenti “speculativi” ma di “mantenimento”.
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