Mark Carney e il direttorio di politica monetaria del Regno Unito “si pentiranno” di non aver imposto una stretta monetaria nella riunione odierna. Ne è convinto Luke Hickmore, senior investment manager di Aberdeen Asset Management. I tassi di interesse sono stati lasciati dove stanno, ossia ai minimi assoluti dello 0,25%, nonostante i segnali di ripresa dell’economia e una inflazione galoppante, che “potrebbe superare il 3% in autunno”, a detta dello stesso board.
“La Brexit è la grande incognita per l’economia e per tutti, e sta costringendo la Banca d’Inghilterra a forzare la mano e non agire. Tenere i tassi così bassi non è una posizione buona da avere quando si sta per entrare in un periodo di alta incertezza”, perché riduce le possibilità di intervento e il margine di manovra di Carney e colleghi. “Se l’economia dovesse rallentare, la Banca d’Inghilterra non potrà fare gran che”.
La Banca d’Inghilterra ha inoltre deciso di mantenere inalterato lo stock di titoli di Stato in bilancio (425 miliardi di sterline), derivanti dal precedente piano di acquisti. La sorpresa è venuta dal fatto che ben tre membri del board su otto hanno votato a favore di un innalzamento del costo del denaro, contro la proporzione di uno a sette dell’ultimo meeting e che era anche prevista dagli analisti di Bank of America.
Questo elemento ha dato senza dubbio una mano alla sterlina sul Forex: una valuta tende a rafforzarsi in un contesto di irrigidimento monetario.
La politica monetaria di Carney – ha avvertito la Bank of England – “non può prevenire né l’aggiustamento dell’economia reale che il Regno Unito registrerà mentre si muove verso i suoi nuovi accordi internazionali” con la Brexit e il negoziato di uscita dall’Ue, “né la crescita più debole dei redditi reali che probabilmente accompagnerà questo aggiustamento nei prossimi anni”.
A parte lo scatto in avanti della sterlina visto nel primo pomeriggio (vedi grafico sotto), l’impressione generale dei commentatori e dei principali analisti è tuttavia che l’andamento dei mercati verrà deciso più dai prossimi sviluppi politici interni e sul fronte dei negoziati tra Londra e Bruxelles sulla Brexit, che dalle tattiche di politica monetaria.
In attesa dell’avvio dei negoziati sulla Brexit, gli analisti scommettevano che la riunione non avrebbe avuto un grande impatto sulla sterlina britannica e i mercati azionari. Sono le indicazioni che arriveranno dalla Brexit e dal fronte politico – ossia ad esempio come il governo affronterà la maggioranza risicata in Parlamento effetto dell’esito sorprendente delle elezioni generali anticipate – che secondo gli analisti di Bank of America Merrill Lynch determineranno l’andamento della sterlina britannica.