Economia

Banca d’Italia: governatore non conta se non viene ridotta quota banche private

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Banca d’Italia: nomina Governatore inutile

Dopo quanto è successo o meglio, dopo quello che si aspetta che succeda nel mondo delle banche con la nomina della Commissione Parlamentare d’inchiesta che dia qualche risposta ai tanti interrogativi che gli italiani si pongono dopo i numerosi fallimenti nel settore del credito e risparmio, giunge a scadenza anche la nomina della carica di Governatore del massimo organo di vigilanza nazionale.

Se l’esperienza servisse a qualcosa, quella negativa s’intende, oltre che la nomina del Governatore, quale che sia, si penserebbe a qualcosa di più, come per esempio ad una seria riforma di sistema, in grado di scongiurare per il futuro, il ripetersi di disgrazie di questa portata.

Per fare questo bisognerebbe modificare la composizione del “capitale” della Banca d’Italia, con una Golden share da dare al Ministero dell’economia e delle finanze, riducendo significativamente l’attuale partecipazione del capitale privato delle banche. Potrebbe essere questa una mossa per dare maggiore autonomia operativa nell’attività ispettiva e meglio rispondere al dettato costituzionale.

Ma siamo in Italia, dove si vive e si sopravvive sull’onda di una emergenza continua, dalle alluvioni ai terremoti, dal dissesto idrogeologico al problema immigrazione, dalla disoccupazione giovanile alla mancata crescita demografica, dalle pensioni e non so cos’altro accidenti ancora.

Siamo in Italia, dove si festeggia la Costituzione più bella del mondo e non si vedono aberrazioni evidenti nel modello organizzativo, insopportabili, ma dobbiamo accontentarci di quello che c’è, mutuando il detto del commerciante napoletano che espone il cartello all’ingresso del proprio negozio: di quello che c’è non manca niente!

Ecco, nella nostra Costituzione non manca niente, anche se quello che c’è funziona poco e male.

Per rimanere al tema della vigilanza bancaria e quindi del ruolo e la figura del “Governatore da nominare” non possiamo non pensare in questa giornata in cui si festeggiano i 70 anni della nostra amata ed insostituibile Carta costituzionale quanto è stato vilipeso il 1° comma dell’articolo 47 che testualmente recita:

“La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”.

Alle luce delle ultime esperienze di cui la cronaca giudiziaria ci aggiorna quotidianamente, ancora di più riesce difficile immaginare una figura in grado di restituire dignità a questo dettato costituzionale.

Prospettive a breve

È anche vero che l’incarico in scadenza fra qualche mese è ormai ascrivibile ad un incarico di rappresentanza, in concreto svuotato dal fatto che dal 1° gennaio p.v., forse per il bene di tutti – soprattutto dei risparmiatori retail –  ben 462 Intermediari finanziari passeranno sotto la cura degli “stress-test” della Banca Centrale Europea.

Messo alle spalle o meglio archiviato un passato di tal fatta – recente e remoto – indipendentemente di quale potrà essere la figura del nuovo Governatore, cominciamo a pensare a una “bottiglia mezza piena”.

E questo lo dice chi scrive che con la Banca d’Italia ha vissuto momenti difficili, irripetibili, da incubo [1].

Auguri di buon lavoro al nuovo Governatore che sostituirà Ignazio Visco, a prescindere!

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[1] https://www.wallstreetitalia.com/antiriciclaggio-controllo-tipo-della-banca-ditalia/