NEW YORK (WSI) – Banca Etruria ancora nell’occhio del ciclone, dopo che Federconsumatori ha messo in evidenza che, pur di vendere le obbligazioni subordinate, i funzionari dell’istituto di credito taroccavano i titoli di studio dei clienti.
Per capire meglio. Per vendere prodotti finanziari ad alto rischio la banca è obbligata a far compilare ai clienti il Mifid, un questionario che accerta la comprensione del rischio. Una pratica imposta dalle direttive Ue e che Banca Etruria aggirava falsificando le risposte e taroccando i titoli di studio.
Dalle pratiche di Federconsumatori emerge, per esempio, che “ la signora Pina F., che ha quasi 90 anni e nella sua vita scolastica non è andata oltre la terza elementare, nel questionario Mifid che le ha permesso di investire 40.000 euro in subordinate, risulta possedere un “diploma superiore”. Anche Giancarlo C., 47 anni, operaio edile che ha comprato obbligazioni ad alto rischio per 20.000 euro, ha visto la sua licenza media diventare “diploma di scuola superiore”. E Francesco S., di anni 42, non ha mai messo piede in un’università, eppure sul questionario è laureato”.
“Quaranta persone – ha raccontato a Repubblica Chiara Rubbiani di Federconsumatori, che due giorni fa ha iniziato a esaminare nel dettaglio le pratiche dei 1.300 piccoli investitori “Ci hanno portato la documentazione che Banca Etruria ha fornito loro e nella quasi totalità dei casi il Mifid è stato compilato dai funzionari con dati che non corrispondono a quelli reali”.