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Banca Finnat e Club degli Orafi: un convegno sul futuro del Gioiello

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Piccole e medie imprese, globalizzazione e aumento della complessità degli scenari commerciali: come muoversi in questo contesto garantendo sia crescita economica alle aziende operanti che integrazione della filiera? Di questo e molto atro si è discusso questa mattina, lunedì 26 giugno, nel corso del convegno: “L’imperativo della crescita: modelli e risorse a confronto nel mondo del gioiello”, tenutosi a Milano presso il Palazzo Mezzanotte.

Ad organizzare l’incontro sono stati il Club degli Orafi, associazione indipendente che riunisce le principali aziende dell’industria orafa italiana, e Banca Finnat Euramerica S.p.A. , uno dei più importanti operatori di Piazza Affari, specializzato nella prestazione di servizi di investimento rivolti a clientela istituzionale, privata e aziende, le cui origini risalgono al 1898 e sono legate alla Famiglia Nattino.

Un’occasione, quella di stamane, per esaminare la situazione attuale della filiera del gioiello italiano, composta da oltre 25mila imprese e 75 mila addetti, con una media di tre addetti per azienda. La frammentazione che caratterizza questo settore gli impone una crescita costante ed obbligata, unica via per competere in un mondo sempre più globalizzato e concorrenziale. La “debolezza” delle piccole e medie imprese italiane deve però tramutarsi in forza, facendo del know how di ciascuna di esse un elemento distintivo e caratterizzante.

Ma per raggiungere questo obiettivo è necessario dotare le imprese di risorse a loro necessarie, aiutando gli imprenditori a destreggiarsi su temi quali la managerializzazione e la finanza. Il convegno ha infatti puntato l’attenzione sulla quotazione in Borsa come strumento di sviluppo per le Pmi orafe.

Come dichiarato da Gabriele Aprea, Presidente Club degli Orafi Italia e Chantecler S.p.A., infatti:
“Le soglie di ingresso, ormai, sono basse e la quotazione può essere uno strumento interessante per le PMI alle quali è dedicato il segmento AIM. Questo perché questo sistema lascia il cuore dell’azienda nelle mani dell’imprenditore e inoltre, una volta in Borsa, ci vorrà maggiore attenzione a come spendere i soldi, perché sono soldi degli azionisti: questo può condurre a best practices vantaggiose per tutti”.

Ad approfondire questo tema sono stati Barbara Lunghi, Head of Primary Markets Italy di Borsa Italiana, Giulio Bastia, Condirettore Generale Banca Finnat e Anna Lambiase, amministratore delegato IR Top Consulting.

All’incontro, moderato da Antonio Catalani, Università Bocconi e UILM, hanno partecipato inoltre Gabriele Aprea, Licia Mattioli, Vice Presidente di Confindustria con delega all’internazionalizzazione e imprenditrice del gioiello, Emanuele Aliotti Visdomini, Vice President Vhernier S.p.A., Massimo Carraro, Presidente e Amministratore Delegato Morellato S.p.A., Diego Nardin, Amministratore Delegato Fope S.p.A. e Riccardo Sciutto, Amministratore Delegato Sergio Rossi S.p.A.

Hanno concluso i lavori Elena Zambon, Presidente A.I.D.A.F e Zambon S.p.A. e Ivan Scalfarotto, Sottosegretario al Commercio Internazionale e Attrazione Investimenti Esteri presso il Ministero dello Sviluppo Economico.