La banca milanese ha lanciato un servizio per ottimizzare la scelta dei prodotti Esg secondo gli obiettivi di responsabilità sociale dell’Onu
Il tema degli investimenti responsabili è sempre più sentito tra i banker e i risparmiatori, soprattutto dalle generazioni più giovani. Per venire incontro a queste esigenze Banca Generali, con il contributo di MainStreet Partners società specializzata nell’advisory su investimenti sostenibili, ha integrato le valutazioni e l’impatto dei fattori Esg nelle decisioni d’investimento all’interno della propria piattaforma per la costruzione dei portafogli, la Bg Personal Portfolio.
Si tratta di un metodo quantitativo per misurare concretamente quanto gli investimenti dei clienti contribuiscono alle tematiche ambientali, di supporto sociale e a favore di governance efficienti e solide nelle aziende.
«La coscienza della responsabilità sociale, ambientale e di governance, sta aumentando tra le famiglie e siamo convinti che entro il prossimo triennio queste soluzioni potranno riguardare oltre il 10% del risparmio gestito finanziario»
ha dichiarato Andrea Ragaini, condirettore generale di Banca Generali. Un ammontare che tradotto in cifre si attesterà a circa 4 miliardi di euro.
Come funziona
Grazie al nuovo tool di analisi integrato nella piattaforma digitale il risparmiatore può personalizzare le scelte di investimento in linea alle proprie sensibilità rispetto ai 17 obiettivi dalla carta Sdg (Sustainable development goals) delle Nazioni Unite.
«Oggi la tecnologia ci permette di rendere fattibile ciò che qualche anno fa era solo pensabile»
ha spiegato Ragaini. Tramite la piattaforma il cliente può massimizzare la sostenibilità di un portafoglio relativamente alle proprie richieste, ponderando i pesi e l’orientamento da seguire.
In seguito viene effettuata un’analisi e una ricerca dei fondi in base ai comportamenti sociali, ambientali, di governance e allineamento agli Sdg delle società in portafoglio. L’elemento di innovazione riguarda poi la misurazione dei risultati in termini di contributi sociali, ambientali e di governance. È possibile ad esempio calcolare per ogni fondo, il risparmio in termini di acqua, di emissioni di Co2 ecc. ogni 100mila euro investiti. Infine il team di advisory elabora portafogli sostenibili a seconda del profilo di rischio, delle esigenze personali e delle sensibilità legate agli Sdg preferiti.
«Per Banca Generali – ha sottolineato Gian Maria Mossa, amministratore delegato della banca – è un ulteriore tassello, all’interno della strategia del gruppo Generali, nella costruzione di una realtà finanziaria totalmente coerente con i principi e gli obiettivi di responsabilità sociale insiti nell’agenda 2030 dell’Onu».
Nell’offerta di prodotti Esg Banca Generali vanta una partnership con 26 case di investimento di cui distribuisce i principali fondi e ai quali la management company ha affidato la delega di gestione di comparti specifici nella Sicav Lux Im.
Non solo rendimento
Nella valutazione di un investimento in base a criteri di sostenibilità la performance attesa può passare in secondo piano. È quanto emerso da un sondaggio condotto da Banca Generali tra gli studenti dell’università Bocconi.
Agli studenti sono state sottoposte alcune opzioni di investimento (portafoglio A e B), accompagnate da informazioni su rendimento, rischio e composizione dei panieri. In un secondo step, le opzioni sono state arricchite con l’introduzione di un rating Esg di Msci simulato sopra o sotto la media.
L’effetto del rating Esg positivo cambia, e di parecchio, la quota di soggetti pronti a scegliere un portafoglio. Questo accade quando l’opzione di partenza tra A e B vede rendimenti allineati, traducendosi in un 15% aggiuntivo di risposte a favore del fondo sostenibile. Ma, ancor più, accade quando l’opzione è tra due portafogli a rendimenti e rischi differenti. In questo caso, un upgrade di sostenibilità sul portafoglio con minor rendimento (e minor rischio) sposta un 20% di preferenze, segno che gli Esg sono premianti anche in caso di rendimento inferiore.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di marzo del magazine Wall Street Italia.