NEW YORK (WSI) – Ormai non passa un giorno senza qualche novità eclatante dal fronte delle banche centrali che sono le assolute dominatrici degli scambi, insieme a materie prime e dollaro. La Banca del Giappone ha spiazzato gli investitori annunciando un nuovo programma di allentamento monetario, volto a potenziare il Quantitative Easing già in vigore. Si amplia così il divario tra le politiche di Usa e Giappone.
Il banchiere Kuroda ha parlato di “misure supplementari”, che prevedono l’acquisto di fondi comuni ETF per 2 miliardi e 260 milioni di euro (300 miliardi di yen). All’inizio la mossa a sopresa è stata salutata con un bel rialzo dai mercati azionari, ma il Nikkei ha poi chiuso in ribasso dell’1,9%.
L’entusiasmo iniziale ha fatto spazio alla delusione. Andamento sull’ottovolante anche per il dollaro, che dopo essere balzato nei confronti dello yen in seguito all’annuncio, ha progressivamente ridotto i guadagni per poi virare in rosso.
“L’economia giapponese continua a recuperare in maniera moderata – spiega la BoJ in una nota – sebbene le esportazioni e la produzione risentano del rallentamento delle economie emergenti“.
Avendo avuto tempo di digerire la notizia, gli investitori si sono man mano resi conto che il piano di espansione di fondo era già previsto dagli economisti e che i tassi di interesse guida sono rimasti invariati. Insomma, la decisione non ha fatto altro che creare grande confusione sui mercati finanziari.
Entrando nello specifico dell’intervento, la Bank of Japan ha annunciato l’acquisto di Etf per 300 miliardi di yen l’anno, in aggiunta alla conferma del piano di espansione della base monetaria, ampiamente prevista dagli economisti, portato a 80.000 miliardi di yen l’anno (oltre 600 miliardi di euro al cambio attuale) nell’ottobre dello scorso anno.
La BoJ ha lasciato ancora invariato il costo del denaro allo 0,10% e ha anche esteso le scadenze medie dei titoli di Stato giapponesi che acquista da 7-10 a 7-12 anni. Tale modifica, come pure l’acquisto degli Etf, è stata approvata con sei voti favorevoli e tre contrari, quelli dei membri del board Takahide Kiuchi, Koji Ishida e Takehiro Sato.
L’indice Nikkei ha bucato la soglia psicologica dei 19 mila punti, archiviando la seduta altalenante in area 18.986 punti. Fallito il tentativo di rialzo, sul paniere nipponico è tornato quel passo ribassista già visto nelle ultime sedute. I prezzi sono scesi nel finale dopo aver toccato picchi di anche 19.869 punti, ovvero 900 punti più in alto, circostanza che ha permesso di ricoprire il gap lasciato aperto i primi di dicembre a quota 19.862.
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