Economia

Banca Mondiale lancia allarme debito globale, colpa dell’impennata dei prestiti

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Ancora una volta suona l’allarme debito. Questa volta arriva dalla Banca mondiale. Nel suo rapporto semestrale sulle prospettive economiche globali (GEP), pubblicato ieri, l’organizzazione con sede a Washington, ha dichiarato che negli ultimi 50 anni ci sono state quattro ondate di accumulo di debito. Le prime tre sono state identificate tra il 1970-1989, 1990-2001 e 2002-2009. E che l’attuale, iniziata nel 2010, è frutto dell’impennata dei prestiti, cresciuti ai ritmi più alti dagli anni ’70.

La World Bank ha quindi esortato i governi e le banche centrali a riconoscere che tassi di interesse, ai minimi storici, potrebbero non essere sufficienti a compensare un altro tracollo finanziario diffuso.

“I bassi tassi di interesse globali forniscono solo una protezione precaria contro le crisi finanziarie”, afferma Ayhan Kose, della Banca mondiale, aggiungendo che: “La storia dei picchi del debito mostra che il finale è quasi sempre infelice. In un ambiente globale fragile, aggiustamenti nelle politiche sono fondamentali per ridurre al minimo i rischi associati all’attuale ondata di debito”

Ne dettaglio dei numeri, nel 2018, il debito globale, guidato dalla Cina, è salito a un livello record di circa il 230% del prodotto interno lordo (PIL). Mentre il debito totale delle economie emergenti e in via di sviluppo ha raggiunto il massimo storico di quasi il 170% del PIL. Ciò ha segnato un aumento di 54 punti percentuali  rispetto al 2010.

La cosiddetta “quarta ondata” di debito globale presenta molte somiglianze con le tre precedenti: un panorama finanziario globale in evoluzione, crescente vulnerabilità e preoccupazioni sull’uso inefficiente dei fondi presi in prestito.

Come gestire un’eventuale nuova crisi?

La Banca mondiale ha affermato che la sana gestione del debito e la trasparenza dovrebbero contribuire a ridurre i costi di finanziamento e contenere i rischi fiscali. Non meno importante risulta una solida regolamentazione e vigilanza del settore finanziario per riconoscere e affrontare i rischi emergenti.

Nel frattempo, l’organizzazione mondiale ha rafforzato le sue previsioni di crescita economica globale al 2,5% nel 2020, in aumento rispetto alla precedente proiezione del 2,4%, ma ha avvertito che i rischi al ribasso potrebbero persistere.