Emergono nuovi lati oscuri nella storia di FTX, il secondo exchange globale di criptovalute e che l’11 novembre scorso ha dichiarato bancarotta. Stando alle ultime notizie riportate dall’agenzia Reuters, sarebbero spariti dall’exchange fondi dei clienti tra 1 e 2 miliardi di dollari, di cui 600 milioni solo nella notte tra venerdì e sabato scorsi. La società, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, parla di “anomalie” durante lo spostamento degli asset digitali nei cosiddetti cold storage, ovvero i portafogli cripto non collegati a internet, dopo l’avvio del processo di bancarotta. Un processo che è stato successivamente velocizzato per “mitigare i danni” legati a “transazioni non autorizzate”.
Mentre si ipotizza un attacco hacker, sale la rabbia dei clienti contro FTX e le autorità americane alzano il tiro sul settore delle valute digitali, considerato poco trasparente già da anni. “La debacle mostra l’esigenza di regole, mostra la debolezza dell’intero settore”, ha spiegato il segretario al Tesoro Janet Yellen in un’intervista a Bloomberg. Il timore delle autorità è quello di un effetto contagio ad altre società cripto e quindi di una crisi dell’industria in grado di minare la fiducia dei consumatori e alimentare volatilità sui mercati.
Dopo il crac di FTX, paura per Binance
Parlavamo sopra della paura è di un effetto contagio, simile a quello della crisi finanziaria del 2008, che potrebbe potenzialmente generare una serie di fallimenti a catena. “Potrebbe esserci un effetto a cascata”, avverte l’amministratore delegato di Binance, Changpeng Zhao. Che è allo stesso tempo ottimista: il settore recupererà e il “mercato che guarirà da solo”.
E sotto i riflettori del mercato, nelle ultime ore, è finita proprio Binance, la maggiore piattaforma di trading di criptovalute al mondo e rivale di FTX, che la scorsa settimana voleva acquisirla e che poi all’ultimo ha cambiato idea. Binance è stata una delle poche società di criptovalute a rilasciare i suoi dati sulle riserve dalla caduta di FTX. Secondo quanto riporta Bloomberg, circa il 40% dei 74,7 miliardi di dollari di partecipazioni di Binance sono nella criptovaluta e nella stablecoin nativa dell’azienda.
Il co-fondatore Changpeng Zhao ha dichiarato all’inizio di questa settimana che la sua azienda cercherà di essere più trasparente e fornire al pubblico prove di riserve alla luce della caduta dell’exchange di criptovalute rivale FTX. Delle riserve totali di Binance, $ 23 miliardi sono in BUSD e $ 6,4 miliardi in Binancecoin, afferma il rapporto. Binance detiene anche il 10,5% delle sue riserve in bitcoin e il 9,8% in ether. Come ricorda Michele Mandelli, managing partner della fintech italiana CheckSig, in una nota:
“Quello dei crypto-asset è ancora oggi, un Far West dove spesso manca la trasparenza, e questa opacità non permette a clienti e investitori degli exchange di valutare appieno il rischio di controparte a cui si espongono quando scelgono la piattaforma su cui operare o investire. Questo fa impennare il rischio di vedere i propri asset congelati per una crisi di liquidità. La trasparenza e la regolamentazione sono per questo sempre più una necessità impellente nel mondo dei crypto-asset e la pietra angolare da cui costruire questo nuova fiducia è quella della prova di riserva, che nel caso di FTX è venuta a mancare. Si tratta di una verifica indipendente condotta da una terza parte, che garantisce che il depositario detenga le attività che dichiara di possedere per conto dei suoi clienti. Una scelta che però fanno ancora pochi operatori del settore, e che dovrebbe essere invece uno standard di mercato“.