ROMA (WSI) – L’introduzione dei tassi di interesse negativi potrebbe dare il colpo di grazia al contante. Di guerra al contante si parla ormai da tempo: è chiaro, d’altronde, che un contesto di crescente sfiducia nei confronti delle banche, da un lato porta i correntisti a valutare l’opzione della corsa agli sportelli per proteggere i loro risparmi, e dall’altro mette in guardia le banche stesse, che devono trovare il modo, per la loro stessa sopravvivenza, non solo di frenare la fuga di depositi, ma di prevenirla, e renderla impossibile.
La sola presenza di contante fisico, di monete che possono essere fisicamente ritirate, rende piĂą difficile per la finanza riuscire a proteggere se stessa.
Tutto cambia se invece la moneta diventa virtuale: non più una moneta da possedere, da toccare, una moneta fisica che può essere anche nascosta – dai suoi legittimi proprietari – ma una moneta elettronica, come il Bitcoin, per esempio, e altre criptomonete.
Ora che diverse banche centrali di tutto il mondo hanno inaugurato una nuova era, quella dei tassi negativi, il rischio di una corsa agli sportelli da quelle banche pronte a trasferire parte degli oneri sui consumatori finali, dunque sui loro clienti, è reale. Tassi negativi significa che gli istituti bancari devono pagare se vogliono depositare una somma presso le banche centrali: la strategia è stata orchestrata d’altronde proprio per convincere le banche a erogare denaro e farlo circolare, invece di depositarlo.
Ma cosa succede se le banche decidono di spartire l’onere con i loro clienti? Succede che i clienti, persone normalissime che hanno depositato i loro risparmi in una banca sperando di percepire un interesse, nell’apprendere di dover pagare per il solo fatto di tenere i soldi in un istituto, possano decidere di ritirare i loro soldi,  drenando così la liquidità dalle loro banche. E’ il fenomeno della corsa agli sportelli, e della fuga di depositi.
E si sa, in tempi in cui ciò che i mercati chiedono – e che viene prontamente soddisfatto dalle banche centrali – è una inondazione continua di liquidità sul sistema finanziario, un tale scenario viene considerato inammissibile dall’alta finanza.
Il problema può essere risolto (non per i semplici correntisti, ma ancora per le banche), stando almeno alla proposta di Miles Kimball, professore di economia presso la University of Michigan.
Partendo dal presupposto che la corsa agli sportelli può essere ostacolata con la creazione di moneta elettronica, Kimball sottolinea che il problema non è tanto applicare i tassi di interesse negativi sulla moneta non fisica, quanto l’impedire ai clienti di ritirare i loro soldi, una volta compreso che non solo non rendono più niente, ma comportano anche il versamento di oneri.
La soluzione, a suo avviso, è semplice e risiede in un trucco.
“Basta rendere i tassi di interesse che sono applicati sul contante che le banche si scambiano ancora più negativi rispetto ai tassi negativi che vengono applicati alla moneta elettronica. In questo modo, la fuga verso il contante si trasformerebbe in fuga consapevole verso la moneta elettronica“, in quanto i clienti sceglierebbero, ovviamente, i tassi meno negativi.
Il risultato finale sarebbe il seguente: la proposta creerebbe due unità di moneta, una cartacea e l’altra elettronica.
Kimball illustra il piano che la Fed, la Bce, o la Bank of Japan e le banche centrali in generale, potrebbero adottare: imporre un tasso di interesse negativo e stabilire che le banche centrali non restituirebbero lo stesso ammontare di moneta elettronica a fronte del contante depositato. In questo modo il valore della moneta fisica inizierebbe a ridursi nel tempo e nessuno vorrebbe più il contante.
L’esperto fa un esempio: poniamo che venga applicato un tasso negativo del -4% sul cash window.  Una banca che prestasse a un’altra banca 100 dollari, riceverebbe così dopo un anno 96 dollari, e dopo un altro anno ancora 92,16 dollari.
A quel punto, le banche stesse ci penserebbero due volte prima di prestarsi contanti. Non solo: non vorrebbero neanche più ricevere contanti dalle aziende, così come le aziende non vorrebbero più essere pagate con contanti dai loro clienti.
Il cittadino medio stesso, che proprio di questi tempi sta riconsiderando l’idea di tornare a nascondere i suoi soldi sotto il materasso, finirebbe con il non volere più contanti.
La missione impossibile verrebbe compiuta.