Milano – Nello stesso giorno in cui e’ stato annunciato il ritorno della fuga di capitali dall’Italia, l’indice settoriale dei titoli bancari italiani guadagna il 2,89% in Borsa dopo aver registrato rialzi anche del 4%. Ennesima dimostrazione di quanto i mercati siano completamente distaccati dalla realta’.
I dati parlano chiaro: in ottobre i depositi nelle banche italiane sono calati di 26,4 miliardi di euro rispetto al mese precedente, attestandosi a 1.441 miliardi di euro. Gli istituti di credito si erano illusi in settembre, quando i depositit erano saliti di circa 30 miliardi di euro. E mentre i capitali escono, gli investimenti e l’appeal dell’Italia scendono.
Con le sue promesse di intervento sul mercato secondario dei titoli di stato Mario Draghi, numero uno della Bce, ha riportato la calma appartente in Eurozona. Oggi i rendimenti sui titoli a dieci anni italiani sono tornati ai livelli minimi di quasi due anni fa. Recordo positivo anche per lo spread che e’ sceso sotto i 310 punti base, una cifra che non si vedeva da marzo.
Al momento il tasso sui Btp decennali cala di otto punti base al 4,51%. In precedenza aveva toccato anche il 4,47%, che equivale ai minimi da 6 dicembre 2010. I rendimenti sul breve scendono per l’undicesimo giorno consecutivo. Sul due anni si tratta della striscia piu’ lunga dal 1997.
Tornando alle banche, va detto che sono generalmente toniche in tutta Europa, ma il rialzo e’ assolutamente impressionante se si tiene conto della “big picture”, come direbbero in inglese per idetinficare il quadro completo della storia. I titoli sono trainati da Popolare Emilia, forte di un rialzo di almeno il +4%.
La fuga di capitali ha sorpreso persino gli analisti piu’ pessimisti: E’ “un tracollo difficilmente spiegabile”, ha fatto notare a Linkiesta un analista di Société Générale. In effetti, come sottolinea Fabrizio Goria nell’articolo, “26 miliardi e mezzo di euro sono tanti”. E non si spiega come mai i grandi media oggi non ne parlino, preferendo dare spazio all’esito positivo dell’asta di Btp a medio termine.
Forse la verita’ sta nel mezzo. C’e’ chi aveva gridato allo scampato pericolo troppo presto dopo i dati positivi di settembre. Solo un mese e mezzo fa il Fondo Monetario Internazionale aveva avvertito che era in atto una “fuga di capitali dall’Italia”, segnalando che in 12 mesi erano defluiti 235 miliardi di euro, per una perdita complessiva di 235 miliardi, pari al 15% del Pil.
Nonstatne gli ultimi sviluppi indubbiamente positivi sui mercati, la fiducia nel sistema finanziario dei paesi indebitati dell’area euro e’ molto fragile. Anzi, i rischi se possibile sono aumentati. Dal momento che le banche italiane non hanno ancora provveduto a portare a termine i piani di ricapitalizzazione e ristrutturazione che sono state richiesti e visto che le norme stringenti di Basilea III sono alle porte.
Oggi si tira un sospiro di sollievo per l’andamento dei titoli di stato, ma resta il fatto che le banche hanno problemi a rifinanziarsi e con ogni probabilita’ l’Italia non riuscira’ a centrare gli obiettivi di rientro di bilancio.
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