Banche europee: UBS in soccorso di Credit Suisse, ma il focus della BCE rimane sull’inflazione
Non conosce sosta l’attività delle Authority e dei Governi Centrali per mettere in sicurezza il sistema finanziario ed evitare un pericoloso effetto contagio su scala mondiale; e mentre in Europa UBS si è prodigata nel soccorso di Credit Suisse, per dare un segnale forte ai mercati e tranquillizzare allo stesso tempo i risparmiatori, la controllante della Silicon Valley Bank dall’altra parte dell’oceano ha deciso di appellarsi al Chapter 11.
Nel vecchio continente, come era accaduto per la stabilizzazione di SVB con la predisposizione di una garanzia su tutte le tipologie di deposito, il take over della prima Banca Svizzera sull’istituto in difficoltà è stato formalizzato nel week end con le piazze di scambio chiuse, per evitare inutili e pericolosi picchi di volatilità.
Dopo l’ingente iniezione di liquidità di 54 miliardi di dollari concessa dalla BNS per assicurare la prosecuzione dell’attività caratteristica di Credit Suisse, si è optato per una soluzione di sistema definitiva: l’operazione di acquisizione sostenuta dalla Banca Centrale Svizzera si è conclusa quindi con un esborso di 3 miliardi di Franchi e il passaggio delle attività in bonis a UBS, che dopo i vari dinieghi, opposti nel corso del tempo alla fusione, rafforza la propria posizione come primo gestore di patrimoni a livello mondiale con masse per 5000 miliardi di dollari.
Naturalmente manovre di tale portata possono avere conseguenze non trascurabili: ad esempio in un interessante approfondimento consultabile sul sito di trading Mercati24, hub di formazione e divulgazione in ambito finanziario, viene affrontato in modo puntuale la questione occupazionale come effetto collaterale del processo di merger, tanto più con i soggetti coinvolti che operano nel medesimo perimetro istituzionale.
Stabilità dei mercati finanziari e prospettive di crescita economica
Ad ogni modo la priorità del momento era ripristinare un clima di fiducia intorno al sistema bancario e quanto messo in atto è servito allo scopo: difatti un persistente scenario di instabilità sui mercati finanziari avrebbe potuto impattare negativamente sull’economia europea in una fase di per sé delicata del contesto macro e geopolitico globale.
Gli esperti di Dbrs Morningstar ritengono infatti che un altro elemento di incertezza a questo punto indebolirebbe ulteriormente una crescita già asfittica dell’Area Euro, stimata dalla Commissione in netto calo rispetto allo scorso anno (+0,8% contro +3,5%); ed è per questo motivo che la BCE ha accolto favorevolmente la fusione orchestrata dalla BNS.
BCE: dal rialzo dei tassi alla possibilità di allentare la stretta monetaria
L‘operato delle Banche Centrali, volto a contrastare gli alti valori di inflazione registrati nei paesi avanzati, nel recente passato è stato al centro del dibattito finanziario per i problemi di tenuta cagionati ai mercati internazionali -in particolare al comparto obbligazionario– con misure di tightening attuate in colpevole ritardo, poi divenute troppo aggressive; ma le tensioni scatenatesi sul sistema bancario rendono ancor più impopolare la posizione delle authority: difatti in questo frangente la volontà di accelerare il processo di disinflazione delle economie si scontra con la necessità di aiutare gli istituti in difficoltà con soluzioni che implicherebbero il ricorso al quantitative easing; dosare i provvedimenti di politica monetaria, per non creare ulteriore squilibri, sarà un duro banco di prova per le autorità centrali.
Della veridicità di quest’ultima considerazione, come sottolineano anche gli esperti di Mercati24, si ha contezza ad esempio nella comunicazione della BCE: nel meeting di marzo il Board ha deciso di proseguire la lotta all’inflazione con un aumento dei tassi di 50 punti base, in linea con quanto preventivato nelle settimane antecedenti alla riunione.
Chirstine Lagarde nel corso della consueta conferenza stampa ha dichiarato che in assenza di concrete situazioni di pericolo per le banche dell’Eurozona non vi era alcuna urgenza di modificare la tabella di marcia che scandisce i rialzi del costo del denaro, aggiungendo poi che in caso di necessità la BCE avrebbe comunque nel proprio carnet di strumenti meccanismi di stabilizzazione a cui fare ricorso senza intervenire direttamente sui tassi. Tuttavia a poche ore di distanza la stessa Presidentessa, intervenuta in commissione affari economici del Parlamento Europeo, ha ribadito l’impegno del Board a non continuare con incrementi costanti del saggio di interesse prima di aver valutato attentamente i dati.
Chapter 11 e ristrutturazione aziendale
La volontà di dare un segnale forte ai mercati e agli investitori non è solo una prerogativa europea; difatti, come già anticipato, la controllante della Silicon Valley Bank ha deciso di far ricorso al Chapter 11, per cercare di avviare una fase di ristrutturazione propedeutica ad un rilancio della società.
Questo particolare istituto dell’ordinamento anglosassone prevede la consegna dei libri contabili al tribunale di riferimento, il quale, verificati determinati requisiti, autorizza la riorganizzazione dell’azienda sotto supervisione: si tratta in sostanza di una procedura di bancarotta assistita attraverso cui il richiedente ha l’opportunità di continuare l’attività senza essere aggredito dai creditori e preservare valore, al fine di uscire dalla posizione di dissesto.
Mercati finanziari: gli esperti ipotizzano una rotazione settoriale
Secondo gli analisti di Mercati24 è estremamente interessante, con gli ultimi avvenimenti sullo sfondo, osservare la reazione di determinati asset: sul mercato azionario, subito dopo le prime avvisaglie di un sistema finanziario non in ottima salute, si è assistito a ciò che sembrerebbe una rotazione settoriale sui titolo tecnologici. A questo punto sono in tanti a chiedersi se nei mesi a venire tale comparto possa tornare a fare meglio di altri anche semplicemente in termini di forza relativa. Un’ipotesi di questo tipo non è da escludere per il segmento delle valute digitali: in concomitanza di turbolenze sulle fiat currencies -legate all’operatività degli organi centralizzati- si è registrato un forte afflusso di capitali verso le crypto ad alta capitalizzazione, tendenza che potrebbe consolidarsi in caso di ulteriori tensioni sui circuiti bancari.