Il colosso britannico Hsbc qualche giorno fa ha annunciato tagli drastici del personale, specie in Europa come ha anticipato il Financial Times. E’ solo l’ultimo istituto in ordine temporale che decide di strutturare il proprio piano di risparmi concentrandosi sulla riduzione del personale.
La situazione in Italia è delineata dalla Fabi, l’organizzazione sindacale autonoma dei bancari italiani che, dalle pagine de Il Corriere della Sera, fa sapere che nel nostro paese dagli anni dello scoppio della grande crisi economica le uscite sì ci sono state ma non c’è mai stato alcun licenziamento, “ma solo pensionamenti e prepensionamenti volontari” e tutti gestiti con il Fondo esuberi e il Fondo per l’occupazione, “conquiste sindacali presenti nel contratto”.
Se in tutta Europa sono stati persi 470 mila posti di lavoro, il 70% dei quali tramite licenziamento, il Fondo per l’occupazione in Italia ha consentito invece, dati alla mano, l’assunzione di 20.550 giovani under 35, “con un rapporto di 1 a 3 rispetto alle uscite: quindi, ricambio generazionale”, sottolinea il sindacato, “e zero licenziamenti”.
Dalla crisi ad oggi si sono registrate circa 65 mila uscite negli istituti italiani e i primi nove gruppi bancari tricolori prevedono nei rispettivi piani industriali già approvati 30.114 esuberi, di questi 16.434 già completati e 13.680 da realizzare nel biennio 2019-2020.
Ma se dal 2012 ad oggi in Italia si sono contate 30 mila uscite dal lavoro, sono stati anche assunti 20 mila giovani. Come scrive il CorSera:
“Nel dettaglio, leggendo i dati della Fabi, nel corso del 2018 sono stati assunti 1.538 giovani: quasi 150 al mese (6.657 nel 2012, 2.164 nel 2013, 2.126 nel 2014, 2.969 nel 2015, 2.585 nel 2016, 2.511 nel 2017). In maggioranza donne. Circa il 57% delle assunzioni, infatti, ha riguardato personale femminile. Secondo l’organizzazione sindacale, “i nuovi ingressi hanno bilanciato gli esuberi del settore già completati, tutti gestiti solo con pensionamenti e prepensionamenti volontari”.