Il 2023 è stato un anno ricco per gli utili delle banche europee. Ma il picco è stato raggiunto. Da quest’anno dunque, complice una riduzione attesa dei tassi, e una crescita del rischio sul fronte del credito, la redditività è destinata a diminuire. Sono le previsioni di Scope Ratings, l’agenzia di rating europea, che in un’analisi dal titolo “Outlook bancario europeo: i fondamentali solidi sostengono i profili di credito, ma la redditività è destinata a diminuire” punta i riflettori sul settore bancario europeo, confermando un outlook stabile.
Secondo l’agenzia di rating, la solidità dei bilanci e l’eccesso di capitale costituiscono un importante argine al deterioramento delle condizioni operative e alla moderata ripresa economica.
“Riteniamo che la redditività del settore abbia raggiunto il suo picco nel 2023 e che inizierà a diminuire nel 2024 e nel 2025 a causa di una normalizzazione dei margini di interesse netti e di un moderato aumento del rischio di credito. Tuttavia, nessuna delle banche del nostro campione registrerà una perdita netta nel 2024 secondo il nostro scenario di base” ha spiegato Marco Troiano, Head of Financial Institutions Ratings, che ha aggiunto: “Il settore reggerà anche quest’anno, grazie ai fondamentali del credito più solidi costruiti negli ultimi anni. I fattori di rischio al ribasso e al rialzo sono ampiamente bilanciati.”
Scenario macro base
Tutto questo avverrà in uno scenario macro in cui non mancano rischi al ribasso. Le attese sono infatti di un atterraggio morbido per l’economia globale, dopo l’aumento dei tassi più rapido mai visto prima. In particolare, le stime una crescita economica del Pil del 3,1% per il 2024, sopra il suo potenziale di medio termine (stimato al 2,6%).
Più lenta la crescita della zona euro. Nel 2024 presupponiamo una ripresa dell’economia dell’Eurozona pari all’1,1%, dopo una crescita stimata dello 0,7% nel 2023, comunque sotto il potenziale, per via della crescita debole in Germania (0,3%), in Francia (1,0%), Italia (0,8%) e Spagna (1,8%).
Il 2024 delle banche italiane
E le banche italiane? Dopo un anno record per la redditività, per glia analisti di Scope Ratings, i rischi sono orientati al ribasso sia per quanto riguarda la crescita dei volumi sia per il mix finanziamenti e qualità degli attivi.
Gli istituti di credito del nostro Paese sarebbero ben posizionati per affrontare un quadro macro debole ed eventuali incertezze legate alle dinamiche dei prestiti e dei depositi.
“Il miglioramento degli indicatori principali della qualità del credito volge al termine, ma non ci sono ancora chiari segnali di deterioramento. Ciò è probabilmente dovuto alla capacità di resistenza di imprese e famiglie, unita al lasso di tempo che intercorre tra il rallentamento dell’economia reale e le insolvenze” si legge nel report, che evidenzia un rafforzamento delle posizioni patrimoniali anche grazie alla conservazione degli utili. Tuttavia “la stabilità dei depositi negli ultimi trimestri potrebbe indicare che i clienti più attenti hanno già spostato il loro denaro dai conti correnti. Detto questo, ci aspettiamo una maggiore riduzione dei depositi nel 2024, soprattutto se la BCE manterrà i tassi ai livelli record più a lungo del previsto”.
Scope Ratings sottolinea che la redditività delle banche italiane è elevata grazie agli ampi margini di interesse e ai bassi accantonamenti per perdite su crediti. E ricorda, allo stesso tempo, che gli istituti di credito italiani sono fiduciosi di poter ripetere o addirittura superare i risultati del 2023 quest’anno, grazie al perdurare di tassi elevati, al rimbalzo delle commissioni, all’efficienza dei costi e alle basse perdite su crediti previste.
Ricordiamo che, secondo recenti stime dalla Fabi (Federazione autonoma bancari italiani), nel 2023, complice il rialzo dei tassi, gli utili della banche italiane veleggeranno verso quota 40 miliardi di euro. Una cifra superiore di ben 17,2 miliardi (+70%) rispetto ai 25,4 miliardi di utili del 2022 e quasi il triplo se confrontata con il quinquennio precedente: nel 2021 gli utili si erano attestati a 16,4 miliardi, nel 2019 a 15,7 miliardi e nel 2018 a 15,1 miliardi; nel 2020, a causa della pandemia da Covid, il risultato complessivo fu di soli 2 miliardi.
Capitalizzazione boom
Allargando lo sguardo alle banche mondiali, uno studio condotto da Boston Consulting Group sui titoli degli istituti di credito quotati, stima che nei prossimi cinque anni si potrebbe assistere ad un vero e proprio boom delle valutazioni con un valore mondiale stimato di di 7mila miliardi di dollari, circa il doppio dei prezzi attuali. Ad una condizione però, che intraprendano passi importanti per promuovere la crescita e aumentare la produttività.