LONDRA (WSI) – Qualcosa è cambiato fra le banche britanniche: sta finendo l’era delle commissioni zero per lo stockholding, vale a dire per il mero mantenimento delle azioni in portafoglio. Un tempo la questione era secondaria per chi teneva in cassetta le azioni presso il proprio istituto: mentre i broker applicavano delle tariffe “a tempo” trimestrali, o percentuali annue, le banche caricavano relativamente molto sulle transazioni, ma non erano previsti costi per chi manteneva i titoli fermi.
Le cose sono cambiate anche per gli ultimi istituti che avevano resistito col vecchio modello: Hsbc ha annunciato ai clienti che fra poche settimane partirà una tariffa trimestrale da 10,5 sterline. Secondo Jeremy Fawcett, di Platforum, la novità non è per niente piaciuta.
“Ottenere un free-ride per farsi mantenere le azioni sembra una cosa del passato. La direzione è quella che va verso piattaforme che offrono servizi, che, per gli investitori a lungo termine, sono a buon mercato”
Poche le eccezioni per eludere le cosiddette tariffe di “custodia”. Barclays Stockbrokers ad esempio non addebita le 12 sterline trimestrali a patto che si sia operato sul mercato almeno una volta durante il trimestre.
Un altro canale è quello di Halifax Share Dealing e il suo iWeb, che è privo di tariffe di “custodia” e addebita 5 sterline a transazione più una tassa d’iscrizione iniziale di 200 sterline; sempre che riesca a tenere duro su questa linea.
Mantenere le azioni era un costo gradito per le banche, che intravedevano in questo servizio l’opportunità di piazzare prodotti redditizi ai loro clienti; ma il modello di business sta cambiando, in quanto le tariffe mensili sui conti correnti pesano molto più di un tempo nelle entrate, e l’intermediazione mobiliare sta seguendo lo stesso percorso.
Per risparmiare non resta quindi che affidarsi alle nuove opportunità che la tecnologia negli anni ha offerto per comprare e tenere in portafoglio azioni con ridotti costi di transazione.
Fonte: Telegraph