ROMA (WSI) – Una bomba esplosiva nei bilanci delle banche pronta a scoppiare e che potrebbe portare al commissariamento dell’Italia e all’intervento della Troika. Questo il destino che si prospetta per i titoli di Stato italiani detenuti dalle banche italiane, oltre 400 miliardi di euro, che ora hanno un coefficiente zero e cioè non richiedono capitale aggiuntivo per essere detenuti. A parlare dell’ennesima minaccia che incombe sull’Italia è il quotidiano Libero.
Il tutto parte da un emendamento all’articolo 507 del regolamento sui requisiti patrimoniali (crr) che prevede la delega all’Eba, l’Autorità bancaria europea, di cambiare approccio sull’esposizione bancaria verso gli Stati e il loro debito sovrano con la conseguenza che i titoli di Stato che detengono le banche non saranno più considerasti a rischio zero se hanno rating al di sotto della A.
La conseguenza immediata è che le banche dovranno vendere tali titoli a qualunque costo, con ingenti perdite in prospettiva, il che si traduce in una corsa verso i bond del nord Europa con un ulteriore aumento dello spread tra i nostri e i bond tedeschi oppure dovrebbero cercare cifre enormi per aumentare il capitale. Le poche banche nostrane rimaste sane si troverebbero in ginocchio, e il governo sarebbe costretto a chiedere l’intervento della Troika.
“Un piano perfetto per commissariare definitivamente il nostro Paese. Un piano possibile perché fondato su una debolezza strutturale costruita ad arte alla Ue, e cioè la scelta di mettere nelle mani dei mercati finanziari la determinazione dei tassi di interesse sul debito pubblico degli stati, togliendo la sovranità monetaria e rendendo indipendente la Bce. Un piano possibile perché costruito ad hoc contro i titoli di stato dei paesi più esposti della Ue, anche per allontanare l’attenzione dai veri problemi delle banche europee, quello dei derivati, dei cosiddetti level-3 assets, di cui sono pieni gli istituti del nord e quelle tedesche in particolare”.
Un attacco violento di fronte a cui governo, parlamento e i vari gruppi parlamentari presenti a Bruxelles, stanno in silenzio o forse non se ne sono nemmeno accorti.