ATENE (WSI) – Mentre la guerra ai contanti, sfida finale di un conflitto valutario internazionale, sta per entrare nel vivo in Europa e nel mondo, una delle più importanti banche in Grecia ha iniziato a chiedere ai suoi clienti una commissione per chi vorrà avere il privilegio di depositare presso le sue filiali banconote da 500 euro che rischiano di essere tolte per sempre dalla circolazione.
È possibile che dietro alla misura insolita, una commissione dello 0,15% per chi deposita presso Piraeus Bank banconote da 500 euro, ci sia la Bce, e che l’istituto centrale di Francoforte stia cercando di trovare un modo per guadagnare dalla decisione choc, presa con il placet di Germania e Francia, di mandare in pensione la banconota di più grosso taglio in Eurozona. L’obiettivo ufficialmente dichiarato è quello di combattere criminalità ed evasione fiscale, ma tutti sanno che è anche la misura perfetta per scongiurare una corsa agli sportelli generata dai tassi (e dunque rendimenti) negativi.
Chiedere soldi ai cittadini che vogliono depositare in banca i loro 500 euro è una novità assoluta per l’istituto greco. Nel prospetto informativo – consultabile in fondo all’articolo – alla voce commissioni si vede una percentuale dello 0,15% che fino a un mese fa non era presente. Potrebbe trattarsi di un’iniziativa isolata della banca ellenica o delle banche del paese, ma è più probabile che dietro ci sia lo zampino dell’istituto centrale.
Quando Mario Draghi ha sorpreso tutti qualche settimana fa, annunciando la proposta di eliminare dalla circolazione la banconota da 500 euro, i greci che avevano in casa banconote da 500 euro sono corsi agli sportelli bancari per mettere al sicuro quel denaro, depositandolo in conto correnti.
Non è da escludere che la Bce proverà dunque a chiedere una quota in cambio a quei cittadini dell’area della moneta unica che volessero depositare nelle banche le loro banconote di grosso taglio. Anche perché togliere dalla circolazione da un giorno all’altro 307 miliardi di euro di banconote, abbasserebbe improvvisamente il valore nominale in circolazione della moneta unica del -30% a 700 miliardi di euro.
Terzo piano di aiuti a rischio
Intanto il terzo piano di aiuti da 86 miliardi di euro rischia di saltare per via del rifiuto del governo Tsipras di apportare nuovi tagli al sistema pensionistico come chiesto dal Fondo Monetario Internazionale.
L’istituto di Washington e gli altri creditori della troika cercheranno di limare le differenze con il governo greco alla riunione dei ministri delle Finanze dell’area euro che si svolgerà oggi. Fmi, Bce e Commissione UE continuano a chiedere riforme strutturali che secondo loro Atene deve adottare nel primo trimestre per poter ricevere il nuovo pacchetto di finanziamenti esterni.
La questione va chiusa prima di fine marzo, prima che l’area euro possa prendere in considerazione la questione spinosa di una ristrutturazione o riduzione dell’ingente debito pubblico greco, una delle richieste avanzate dal governo greco fin dai suoi primi giorni di vita.
Fonti: Piraeus Bank, Financial Times