Economia

Banche italiane: aiuto Bankitalia su cuscinetti capitale

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ROMA (WSI) – Per le banche italiane, una buona notizia arriva da Bankitalia. L’istituto ha reso noto infatti di aver stabilito allo zero il coefficiente della riserva di capitale anticiclica, relativo al secondo trimestre del 2016.

La misura calcolata da Bankitalia è diversa dalla metodologia standard che è stata proposta dal Comitato di Basilea per la Vigilanza bancaria. Utilizzando quest’ultima lo scostamento nel quarto trimestre del 2015 per l’Italia sarebbe ulteriormente negativo del 7,2% (-5,2% con la metodologia di Via Nazionale).

Bankitalia ha fissato il coefficiente attraverso un potere che le è stato conferito dalla Direttiva Crd4 – la stessa che ha introdotto la normativa sul bail-in – e prendendo in considerazione il rapporto tra il credito bancario e il Pil e il suo scostamento dal trend di lungo periodo.

Via Nazionale calcola tale divario negativo per cinque punti percentuale e dunque, riferendosi alla situazione macrofinanziaria dell’Italia, afferma che essa, “seppur in miglioramento, resta debole”, a fronte di un credito alle imprese che “continua a ridursi”.

Riferendosi ancora al metodo di calcolo di quei cuscinetti di capitale che sono previsti per le banche, Bankitalia sottolinea che il parametro da adottare – in base alla normativa europea – è per l’appunto quello del credit-to-gdp, tradotto credito rispetto al Pil. Tale indicatore, spiega il documento, monitora il ciclo del credito basandosi sullo scostamento del rapporto tra il credito complessivo al settore privato non finanziario e il Pil rispetto al trend di lungo periodo. In questo modo si può valutare se il trend del credito sia peggiorato o migliorato rispetto al trend.

Tra gli altri indicatori, Bankitalia ha considerato anche il tasso di disoccupazione “in flessione ma su livelli storicamente elevati” e i prezzi degli immobili che sebbene “in lieve ripresa in termini reali, rimangono inferiori al loro livello di lungo periodo”.

L’obiettivo della normativa sulle banche è quello di dotarle di un ulteriore cuscinetto di capitale di riserva nei periodi di forte espansione creditizia, in modo tale da poterlo utilizzare nelle fasi in cui si verifica una contrazione creditizia, il noto fenomeno del credit crunch, rispetto al trend del Pil.