NEW YORK (WSI) – Forse non è troppo tardi per vendere le azioni delle banche italiane, a comunicarlo è un report di Citigroup, nel quale vengono individuate le criticità del sistema. Dopo un gennaio 2015 nel quale il comparto bancario italiano aveva fatto meglio dell’omologo mercato europeo del 10%, la situazione, nel gennaio di quest’anno è stata opposta: -10%. Hanno pesato sui titoli, secondo gli analisti dell’istituto, la qualità del credito gravata da elevate sofferenze, i pochi progressi nelle acquisizioni e l’elevata esposizione degli investitori alle azioni italiani.
Citigroup ammette di non essere stata “abbastanza negativa” a novembre, quando il rating sulle banche italiane era stato abbassato su un livello neutrale. Tuttavia non sarebbe ancora troppo tardi per vendere i titoli del settore “se i risultati dovessero deludere per quanto riguarda l’outlook e il trend dei Non Performing Loans (NPL) non mostrasse un miglioramento”.
Secondo gli analisti della banca Usa, gli istituti più vulnerabili sono Unicredit e Banco Popolare, indietro sul fronte del capitale e dell’asset quality. Più in generale viene rilevato come, d’altro canto, il volume degli impieghi sia in miglioramento dell’1,1% tendenziale, mentre la crescita dei crediti deteriorati sta rallentando (-11%).
Con ancora molti dubbi sull’efficacia delle garanzie pubbliche e delle cartolarizzazioni, previste dalla bad bank, gli analisti tagliano in media dell’8% le stime per gli utili per azione del comparto bancario italiano, introducendo rating “high risk”.
Scendono anche i target price per Banco Popolare (da 15 a 10,10 euro), per Unicredit (da 6,15 a 4 euro), per Banca popolare Emilia Romagna (da 6,15 a 4 euro), per Mediobanca da (11,20 a 9 euro), per Banca popolare di Milano ( da 1 a 0,85 euro), per Ubi Banca (da 7,10 a 4,90 euro). Invariato invece il prezzo obiettivo di Intesa Sanpaolo, a 3,45 euro con rating “buy”.
Fonte: Milano Finanza