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Banche italiane, tra le maggiori beneficiare di un aumento tassi Bce

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Sale l’attesa per la riunione della Bce di giovedì e su un probabile rialzo dei tassi d’interesse a luglio che ormai pare scontato, una manna per le banche italiane. A tal proposito, secondo S&P, un aumento di 200 punti base porterebbe a un aumento medio dei margini d’interesse delle banche europee di circa il 18%, rispetto al 2021. Tra i maggiori beneficiari di tale rialzo ci sarebbero alcune banche in particolare quelle italiane e inglesi.

Aumento tassi, banche italiane tra le maggiori beneficiare

Ebbene, secondo la survey di S&P Global Ratings sulle disclosure regolamentari di 85 grandi banche europee, un rialzo di 200 punti base dei tassi d’interesse porterebbe, in media, a un aumento del margine d’interesse di circa il 18% rispetto al 2021 (escludendo le banche svizzere). La portata di tale impatto varia però notevolmente. “Le banche britanniche e italiane saranno quelle che beneficeranno maggiormente da un aumento dei tassi, seguite da spagnole, tedesche, danesi e austriache, mentre le banche francesi e olandesi registreranno effetti minori”, spiegano da S&P.

L’aumento effettivo dei margini d’interesse, dicono gli analisti, dipenderà anche da due fattori chiave che non sono omogenei in Europa: l’entità e la velocità dell’aumento dei tassi e la forza dei finanziamenti netti in un contesto economico in via di indebolimento.

Dall’altra parte, l’attuale contesto di alta inflazione porterà probabilmente “ad un aumento dei costi operativi e di credito per le banche”. Ma con uno scenario economico di base che prevede “una normalizzazione dell’inflazione nel 2023” e un aumento limitato della disoccupazione, S&P prevede che l’aumento dei tassi di interesse fornirà, in generale, “una spinta agli utili delle banche europee nel 2022 e nel 2023” come ha affermato Nicolas Charnay, crediti analyst di S&P Global Ratings.

“L’effettivo rialzo del margine di interesse dipenderà anche da due fattori chiave che sono diseguali in tutta Europa: fino a che punto e velocemente salgono i tassi ufficiali e la forza dei prestiti netti in un contesto economico in via di indebolimento”, ha aggiunto l’analista.

La survey di S&P inoltre sottolinea che in primo luogo che in un contesto di maggiore inflazione, le banche dovranno far fronte a una maggiore pressione sui salari e su altre spese operative. Negli Stati Uniti, dove l’inflazione ha iniziato a crescere prima che in Europa, la pressione sui costi ha già iniziato a materializzarsi per le banche, con un aumento del 7,2% delle spese rispetto al primo trimestre 2021.

In secondo luogo, nel medio termine, l’irrigidimento delle condizioni di finanziamento farà aumentare la capacità di servizio del debito dei mutuatari più deboli, ad esempio le imprese che non sono in grado di trasferire i costi di produzione più elevati o le famiglie che subiscono un colpo sostanziale al loro reddito reale disponibile. “In questo contesto, ci aspettiamo un aumento dei costi del credito” dicono gli analisti.

Nello scenario di base, continuano gli analisti, si prevede che l’aumento dei tassi di interesse rappresenti un beneficio netto per la maggior parte delle banche europee, ma il beneficio per i margini di interesse potrebbe variare in modo significativo.

L’indebolimento della qualità degli attivi potrebbe colpire alcune banche più di altre, a causa delle prospettive economiche del mercato nazionale o della composizione del portafoglio prestiti. Infine, sottolineano, le banche europee dovranno continuare a trasformare i loro modelli di business e a migliorare l’efficienza per aumentare la redditività di base strutturale.

I rischi economici si accumulano al ribasso. L’inflazione potrebbe essere più persistente rispetto allo scenario di base dei nostri economisti, con una crescita economica più bassa e un aumento della disoccupazione…. Restiamo attenti alla comparabilità con le principali banche di altre regioni. Anche con una redditività ciclica, molte banche europee copriranno a malapena il loro costo del capitale a meno che non ci sia un miglioramento strutturale della solidità del business.

Intanto, a causa del profit warning lanciato questa mattina da Credit Suisse, il settore bancario europeo registra le perdite più evidenti, con il colosso svizzero che perde il 5% a Zurigo, così anche in Italia UniCredit e Intesa Sanpaolo.