Sono ormai quotidiane le notizie relative a fallimenti bancari, scossoni nel sistema creditizio e nuove regolamentazioni che piacciono più a pochi che a molti. Dai paradisi fiscali al bail-in, i cittadini non sanno più dove battere la testa e a chi affidare i propri risparmi.
A tal proposito, Business Insider ha esaminato i Paesi del mondo con le banche più sicure. La classifica che ne esce si basa sull’indagine globale sulla competitività del WEF (World Economic Forum), uscita poco tempo fa e comprendente un gruppo di indicatori inerente lo stato di salute delle istituzioni di un Paese, tra cui la percezione riguardo alla sicurezza delle banche.
Più precisamente, il WEF ha chiesto l’opinione agli executive con la domanda:
“In generale, qual è la sua percezione riguardo alla solidità delle banche?”.
Stiamo dunque parlando di un indicatore basato sulla percezione della popolazione e non su qualcosa di economico, finanziario o contabile. La scala di valutazione andava da 1 punto (le banche hanno bisogno di più capitali) a 7 punti (le banche sono solide in generale).
Dopo la crisi finanziaria del 2008, la fiducia nel sistema bancario è bassissima nel Regno Unito (che si piazza al 59esimo posto) e negli USA (24esimi), che si sono classificati addirittura dopo Paesi come il Guatemala, l’Honduras e Panama.
Ancora peggio è riuscita a fare l’Italia, facendo percepire ai sui cittadini una fiducia sostanzialmente infima verso il sistema bancario; il 116° posto in classifica ci vede dietro a Bangladesh, Liberia, Kazakistan ed Algeria, davanti solo a 21 Paesi tra cui Portogallo, Grecia, Russia e Lesotho, ultimo classificato.
Guardando, invece, i meglio classificati, troviamo al 14esimo posto parimerito con un voto di 5,9 Malta, dove le riserve di capitale detenute dalle banche sono tra le più alte in Europa e gli istituti maltesi hanno costantemente offerto tassi di solvenza pari a quasi il doppio della media dell’Unione Europea (come ha osservato un recente report nazionale sul settore finanziario), Taiwan, i cui cittadini sono piuttosto soddisfatti della solidità delle loro banche anche se nel mese di ottobre l’istituto di credito Far Eastern International Bank è stato colpito da un gruppo di hacker che hanno rubato 60 milioni di dollari; la Slovacchia, con le banche nazionali che hanno una performance soddisfacente in termini di adeguatezza dei capitali e una posizione finanziaria più solida rispetto agli altri istituti della stessa regione poiché i depositi domestici coprono una percentuale più elevata dei crediti, per cui le banche sono meno dipendenti da finanziamenti esterni (come riportato da un report dell’Economist Intelligence Unit sul settore finanziario slovacco nel 2015), e Panama, Paese che non ha una banca centrale e quindi i suoi istituti di credito sono gestiti seguendo un approccio conservativo, con coefficienti di capitale che ammontano in media quasi al doppio del minimo richiesto. Tradizionalmente considerata un paradiso fiscale, dopo la crisi finanziaria Panama ha compiuto passi significativi per scrollarsi di dosso questa reputazione.
Con una valutazione di 6,0 si piazzano al decimo posto parimerito la Svizzera, patria di Credit Suisse e UBS ovvero due degli istituti finanziari più conosciuti del mondo, con la reputazione di essere un posto in cui i gli ultraricchi conservano i propri soldi facendo risultare solido il proprio sistema bancario, la Repubblica Ceca, che presenta un settore bancario insolito in quanto è dominato dagli istituti di credito di proprietà estera, ma non sembra che questo dia fastidio ai consumatori i quali lo pongono al decimo posto tra i paesi con le banche più sicure del mondo; il Guatemala, dove la popolazione di 15,5 milioni di abitanti si trova ad avere a che fare con un settore bancario con tre player fondamentali: Banco Industrial, Banco G&T Continental e Banco de Desarrollo Rural, tutte considerate piuttosto solide dall’indagine del WEF; Israele, dove malgrado nel settembre di quest’anno l’autorità di regolamentazione finanziaria del Paese abbia ordinato agli istituti di credito di ridurre le attività all’estero e sorvegliare le sussidiarie con più attenzione, le banche locali sembrano abbastanza solide.
Nono posto per il Lussemburgo, che con il suo famoso settore finanziario raggunge un punteggio di 6,1, dove spicca la sua Banque et Caisse D’Épargne de l’État, spesso citata come una delle banche più sicure al mondo.
Seguono al settimo posto parimerito con un punteggio di 6,3 la Norvegia ed Hong Kong. La prima, caratterizzata dal fatto che nella prima parte di quest’anno il suo fondo pubblico d’investimento abbia superato per la prima volta un valore di 1.000 miliardi di dollari, benché abbia avuto grossi problemi negli ultimi anni essendo un’economia basata sul petrolio; la seconda, è un altro centro finanziario globale ed ospita la maggior parte delle banche più grandi del mondo ed alcuni degli istituti finanziari più sicuri del pianeta.
Al quinto posto in classifica, con un punteggio di 6,4 parimerito, troviamo Singapore e Cile, dove particolarmente Singapore è nota come uno dei grandi centri finanziari mondiali e la solidità del suo settore bancario riflette la sua fama.
Con una valutazione di 6,5 troviamo poi al terzo posto parimerito l’Australia, dove un ristretto gruppo di quattro grandi banche si spartisce gran parte del settore bancario australiano e le banche straniere sono sottoposte a una severa regolamentazione per garantire la solidità del sistema, e la Nuova Zelanda, caratterizzata da un settore bancario dominato da 5 players finanziari che, grazie ai profitti soddisfacenti e ad una crescita che non prevede una concorrenza eccessiva, il settore ha prosperato e la sua posizione è perlopiù invariata rispetto all’anno scorso.
Sul gradino più alto del podio, infine, ci sono a parimerito il Canada e la Finlandia, entrambe con una media voto di 6,6. Le banche canadesi sono da tempo sinonimo di stabilità; il Paese ha visto fallire solo due piccole banche regionali in quasi un secolo e non registrò nessun fallimento durante la Grande depressione degli anni Trenta. L’anno scorso le banche del paese erano considerate al terzo posto tra le più sicure del pianeta, con la fiducia che si è dunque rafforzata.
Il settore bancario finlandese, invece, è dominato dalle banche cooperative e dalle casse di risparmio, che prendono pochi rischi. Il governatore della Banca centrale, Erkki Liikanen, è stato in prima linea nella formulazione di proposte per smembrare le attività di investment banking e quelle di raccolta di depositi per gli istituti di credito europei.
La Finlandia , che già era al primo posto in classifica nel 2016, si riconferma ai vertici anche quest’anno.