Sarà un anno difficile, il 2021, per le banche europee (area Euro, Gran Bretagna, area nordica e Europa Centrale e Orientale), che dovranno fare i conti con un ambiente operativo caratterizzato della lenta ripresa economica, problemi crescenti sui prestiti e delle prospettive più deboli di redditività.
È quanto spiegano gli esperti di Moody’s in un rapporto pubblicato oggi, in cui hanno confermato un outlook negativo sul comparto.
“La nostra decisione – spiega l’analista Carola Schuler – riflette le nostre attese che i fondamentali di credito delle banche si indeboliranno a seguito della pandemia di coronavirus. Durante questi tempi incerti, una forte base patrimoniale e di liquidità saranno elementi cruciali di forza per le banche e un fattore di supporto verrà dalle politiche monetarie accomodanti”.
Zona euro: spingere su taglio costi e degli investimenti digitali
Entrando nel dettaglio dell’area euro,
“la performance dei prestiti si indebolirà, mentre la debole redditività dovuta alle inefficienze croniche sarà aggravata dall’aumento dei default e dalla contrazione dei margini di interesse netti“, spiega Moody’s, che indica la strada della riduzione dei costi e degli investimenti digitali come parziale soluzione per contrastare la pressione sui istituti.
Secondo Moody’s, il consolidamento interno proseguirà, in quanto le valutazioni aziendali di basso livello generano un avviamento negativo che può essere utilizzato per compensare i costi di ristrutturazione.
Tuttavia, il consolidamento transfrontaliero dovrebbe rimanere limitato, a meno che le normative e la protezione dei consumatori non vengano meglio armonizzate.
Banche UK: impatto della Brexit sarà secondario
Pe quanto riguarda la Gran Bretagna, l‘impatto della Brexit sarà secondario rispetto agli impatti pandemici previsti, secondo l’agenzia di rating, che afferma:
“La contrazione economica del Regno Unito sarà più profonda della media dell’area dell’euro e il recupero ai livelli pre-crisi richiederà più tempo, compromettendo le opportunità di business”.
Per quanto riguarda gli istituti dei Paesi nordici, le banche di questi Stati continueranno a sovraperformare i concorrenti dell’area Euro, pur avendo assistito ad un deterioramento della qualità dei prestiti e ad un’elevata pressione sulla redditività dovuta agli effetti pandemici.
Infine, “nei Paesi dell’Europa centro-orientale, la recessione economica sarà meno grave di quella dei paesi dell’Unione europea, e la ripresa sarà più rapida, anche se la redditività storicamente elevata diminuirà a causa di tagli aggressivi dei tassi e di una minore crescita dei prestiti”.