ROMA (WSI) – Promettono battaglia le banche in vista del prossimo taglio dell’Ires, l’imposta sul reddito delle società che nel 2017 dovrebbe scendere del 3,5%, passando così dal 27,5 al 24%. Secondo quanto riporta Il Messaggero, il taglio dell’imposta avrebbe effetti molto pesanti sui bilanci delle banche.
In particolare il taglio dell’Ires avrebbe come conseguenza la riduzione della deducibilità fiscale dei crediti che sono in sofferenza, penalizzando di conseguenza gli istituti di credito. Dall’inizio della crisi le banche hanno accumulato più di 50 miliardi di imposte differite attive, (Dta) che derivano dai limiti alla deducibilità fiscale delle rettifiche di valore. E la gran parte delle Dta concorrono a costituire il patrimonio di vigilanza. Al verificarsi di certi eventi come ad esempio la chiusura in perdita del bilancio, le Dta possono diventare crediti di imposta da utilizzare in esercizi successivi. Se si riduce del 3,5% l’aliquota Ires si riduce anche il valore in prospettiva di questi futuri crediti di imposta.
Nei dettagli gli istituti potrebbero subire un’erosione del patrimonio del valore complessivo tra i 4 e i 5 miliardi di euro. Anche il Corriere della Sera propende su questa tesi, affermando che il taglio dell’imposta sul reddito delle società anche solo dal 2017” rischia di creare immediatamente seri problemi alle banche italiane”.
“Non sarebbe certo una spinta al credito, che continua a contrarsi. Tanto meno lo sarebbe in questa fase di ripresa. Il paradosso è che una manovra di bilancio disegnata per facilitare la crescita rischia, senza volerlo, di frenare il credito. (…) Si tratta di una misura pensata per sostenere le imprese, eppure minaccia di avere per le banche effetti collaterali sui quali nessuno sembra aver riflettuto per tempo”.
Tuttavia però il governo sembra tendere una mano. Come sottolinea Yoram Gutgeld, il consigliere del premier Matteo Renzi, il governo starebbe studiando una soluzione al fine di evitare proprio che la riduzione dell’Ires penalizzi le banche.
“Siamo consapevoli del problema e stiamo lavorando ad una soluzione per evitare che gli istituti di credito siano penalizzati”.