Economia

Banche, sportelli in estinzione. Ecco dove

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Trovare uno sportello bancario diventa sempre più difficile. Lo rileva l’indicatore di desertificazione provinciale (Idp), elaborato dall’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba. L’indicatore misura in quale grado le banche hanno chiuso i loro sportelli in giro per l’Italia, dando vita al fenomeno della desertificazione bancaria. Ecco la classifica delle province con più e meno sportelli bancari.

Dove sono spariti gli sportelli?

I paesi con maggiore indice di desertificazione bancaria (Igd) e quindi minor numero di sportelli, sono Vibo Valentia, Isernia, Campobasso, Cosenza, Rieti e Verbano-Cusio-Ossola.

Dove sono presenti gli sportelli bancari?

Di seguito la lista dei comuni dove è presente il maggior numero di sportelli bancari: Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Grosseto, Pisa, Ragusa, Ravenna, Reggio Emilia. Più in fondo alla classifica le grandi città, con Milano 16 ma, Trento 19 ma, Roma 34 ma e Napoli 41 ma. Stupisce il posizionamento delle grandi città, mentre alcuni comuni del centro sud resistono.

Quanto sono presenti le banche in Italia?

Nel primo semestre 2023, le banche hanno chiuso 593 filiali in Italia, provocando un aumento dei comuni senza sportelli del 2,9%, oltre che delle persone (+ 270 mila, oltre 4,2 milioni in totale) e delle imprese (+17 mila, 249mila in totale) che non possono accedervi.

A livello locale, le regioni con meno sportelli sono Marche (-5%), Lombardia (-3,9%), Sicilia (-3,6%), Lazio (-2,9%), Umbria e Veneto (-2,6%).

La desertificazione bancaria in Italia

La desertificazione bancaria è in atto da tempo. Secondo una ricerca della Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi), in meno di 10 anni le banche italiane hanno chiuso 11.231 sportelli: le agenzie erano 32.881 a fine 2012, per poi calare a 23.480 nel 2020 e ancora a 21.650 a fine 2021. Il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani, avverte:

“I dati mostrano che la desertificazione bancaria ha colpito le province italiane in modo molto difforme. All’interno delle stesse regioni si registrano differenze marcate, mentre le grandi città, contrariamente alle attese, restano tutte fuori dalle prime posizioni. Inoltre alcune province del Sud, nonostante la fuga delle grandi banche, mostrano una sorprendente resilienza e si installano al vertice della graduatoria. In generale, le realtà che occupano i primi posti si contraddistinguono per il radicamento delle piccole banche, che con il rialzo dei tassi d’interesse vedono premiato il loro modello di business incentrato sulla territorialità e sull’erogazione del credito. È un’ulteriore conferma che la biodiversità bancaria non è un costo, ma una ricchezza, soprattutto in un contesto che vede le grandi banche continuare a chiudere filiali: quasi 600 solo nei primi mesi del 2023. Un ritmo insostenibile che mette a rischio l’economia dei territori e la coesione sociale”.

In questo contesto, il 21 luglio scorso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato il ruolo delle casse rurali in occasione del 140 mo anniversario dalla loro fondazione. Il presidente ha evidenziato:

“I cittadini di 723 Comuni hanno, come unica presenza bancaria, una banca cooperativa; e che un terzo degli sportelli è collocato in Comuni delle aree cosiddette interne. Si tratta di una funzione economica, si tratta di una funzione sociale, si tratta di un impegno nel solco dell’applicazione delle norme della Costituzione: per queste funzioni la Repubblica vi è riconoscente”.