La stagione degli incentivi e dei salvataggi per le banche italiane potrebbe protrarsi fino a metà 2022. Questo è quanto scrive Il Sole24Ore, anticipando che la norma che prevede la trasformazione delle Dta in crediti fiscali in caso di aggregazioni, la cui scadenza attuale è prevista per il 31 dicembre, potrebbe essere prorogata per altri sei mesi.
Introdotte dal precedente esecutivo a guida Giuseppe Conte, le agevolazioni giocano un ruolo chiave nei negoziati che UniCredit ha avviato a fine luglio con il ministero dell’Economia per acquisire parti selezionate di Banca Monte dei Paschi di Siena.
Uno dei punti che ha reso interessante l’operazione per Unicredit è proprio la possibilità di sfruttare le Dta per trasformarle in credito d’imposta, considerato che valgono oltre 2 miliardi.
Su questo fronte la strada appare tutta in salita. Se pochi giorni fa circolava la notizia di un accordo vicino tra il Tesoro italiano, principale azionista di Mps con una quota del 64%, e Andrea Orcel, AD di UniCredit, nel fine settimana sono tornate voci di trattativa in salita.
Gli analisti di Citi credono che, più che fusione, appare probabile che UniCredit acquisisca solo una parte degli assert della banca senese. D’altronde è emerso da subito il desiderio di Orcel di mettere le mani solo il meglio di Mps.
Quello che appare certo al momento è che il dossier Mps per lo Stato si sta rivelando sempre più costoso. A questo proposito, come ha scritto giorni fa il Messaggero, “l’impegno, attraverso l’aumento di capitale Mps, per agevolare la cessione, potrebbe andare oltre i 3 miliardi su cui finora è andata avanti la trattativa. C’è chi azzarda che potrebbe salire a 5-7 miliardi, in funzione anche dei paletti posti dalle autorità europee”.
Che cosa prevede il Dta
Ma torniamo al Dta, mentre la proroga rimane in forse, non è chiaro se il dossier Carige potrà godere degli incentivi. Il rinvio “potrebbe scaldare l’interesse di gruppi come l’Agricole, ma anche di BPER Banca o BancoBPM”, riporta l’articolo del Sole 24 Ore.
Nella loro forma attuale gli incentivi consentono la trasformazione in credito d’imposta di attività per imposte anticipate (deferred tax assets o Dta) in caso di operazioni di aggregazione aziendale realizzate attraverso fusione, scissione o conferimento di azienda, purché deliberate dall’assemblea dei soci o dal cda entro il 31 dicembre 2021.
In particolare la norma prevede che le società le cui assemblee approveranno accordi di M&A nel 2021, possono trasformare le DTA fino al 2% del totale attivo della società più piccola in crediti d’imposta. Sono idonee le DTA in bilancio e fuori bilancio di entrambe le società. La misura comporta una tassa deducibile dalle tasse del 25% sulle DTA convertite. Un quarto del vantaggio fiscale si concretizza il primo anno, il resto nel secondo. Questo incentivo può essere utilizzato una sola volta.