MILANO (WSI) – Parte oggi, lunedì 6 giugno il tanto chiacchierato aumento di capitale da quasi 1 miliardo, per l’esattezza 996,34 milioni di euro del Banco Popolare. Le nuove azioni saranno emesse al valore di 2,14 euro l’una, con uno sconto del 29,3%. I soci potranno avvalersi dell’opzione di 9 nuove azioni per ogni 7 già possedute. I diritti saranno negoziabili fino al 16 giugno. L’aumento è invece sottoscrivibile fino al 22 giugno.
L’istituto guidato da Pier Francesco Saviotti è chiamato dalla Bce a rafforzare la propria base patrimoniale in vista delle nozze con BPM. L’obiettivo, come ha avuto modo di confermare anche l’ad dell’istituto Saviotti è infatti quello di alzare il livello delle coperture ai 13,6 miliardi di crediti deteriorati netti, pari al 17,4% del totale dei crediti netti.
La spina nel fianco, il vero nodo, del Banco Popolare sono infatti i crediti deteriorati, gli Npl, i Non performing Loans che, come ricorda il prospetto Informativo, sono peggiori delle media nazionale.
Nella nota informativa autorizzata da Consob e pubblicata in vista dell’operazione si legge come la banca centrale guidata da Mario Draghi stia realizzando due tipologie di indagine in merito al Banco Popolare. A riportalo un articolo di Repubblica.
“Scorrendo le pagine del documento con cui la banca si presenta al mercato, si scopre che la Bce sta facendo due tipi di indagini: una conoscitiva, “nell’ambito dell’ordinaria attività di supervisione” su processi e metodologie nella gestione degli Npl (Non performing loans) e un’altra invece appena partita, il 12 maggio: “Un’attività ispettiva sulla gestione dei rischi di credito, il sistema di controllo dei rischi e l’accuratezza nel calcolo della posizione patrimoniale del gruppo”.
Di fatto, il faro della Bce su Banco Popolare non si è affatto spento, dal momento che l’istituto di Francoforte sta avviando verifiche sugli strumenti utilizzati per il calcolo della solidità patrimoniale. Non è esclusa neanche la possibilità che la Bce chieda a BP condizioni aggiuntive da soddisfare per rendere operativa la fusione con BPM.
A pesare oltre ai crediti anche i contenziosi. Banco Popolare ha cause pendenti infatti per 2,8 miliardi di richieste da parte dei ricorrenti ma, a fronte di tali richieste ha ritenuto di accantonare prudenzialmente solo 138,7 milioni.
A Piazza Affari, il titolo Banco Popolare ha iniziato la sessione in perdita, sulla scia del calo dei diritti per acquistare le azioni. La flessione è superiore a -12%, a 0,895 euro. Un trader ha riferito a Reuters che probabilmente a vendere i diritti sono i piccoli investitori. Focus sul grafico e sul tonfo “mostre” del titolo, che in sette giorni ha perso quasi -40% del suo valore.
Le quotazioni di BP recuperano poi terreno e alle 10.35 ora italiana segnano un recupero +2% circa. Inversione di rotta anche per i diritti di aumento capitale che salgono di quasi +10%, a 1,12 euro.