Le commissioni per le operazioni al bancomat non aumenteranno. L’Antitrust ha sonoramente bocciato la proposta della società Bancomat S.p.A., che prevedeva una rimodulazione dei costi per le operazioni effettuate presso gli sportelli automatici.
Il progetto, presentato nel corso del mese di ottobre 2020, ipotizzava, sostanzialmente, una vera e propria riforma dei prelievi effettuali presso gli sportelli Atm. L’idea era quella di introdurre una commissione massima pari a 1,50 euro per ogni singolo prelievo.
Bancomat, come funzionano i prelievi
Oggi come oggi, per quanto riguarda i prelievi effettuati dei consumatori allo sportello, è in vigore la Commissione Interbancaria Multilaterale, in altre parole la MIF (acronimo di Multilateral Interchange Fee). Questa commissione funziona in un modo molto semplice: nel momento in cui un cliente decide di prelevare con il proprio bancomat in uno sportello diverso da quello della banca che ha emesso la carta, l’istituto che ha emesso il bancomat versa a quello che gestisce l’Atm una commissione pari a 47 centesimi. Per riuscire a coprire le spese di gestione degli sportelli automatici, alcune banche arrivano a chiedere fino a 1,90 euro per ogni singola commissione.
La società Bancomat S.p.A., in estrema sintesi, aveva chiesto di passare al modello DAF – acronimo di Direct Access Fee -, il quale permette alla banca proprietaria dello sportello Atm di stabilire liberamente quale tariffa debba essere applicata al cliente, con un tetto massimo pari a 1,50 euro ad operazione. Il rischio di questa procedura, però, è quello che i clienti avrebbero corso il rischio di pagare troppo.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha tenuto la pratica aperta per più di un anno e, dopo una lunga riflessione, ha bocciato la proposta.
I dubbi delle banche
A sollevare molti dubbi sulla proposta avanza dalla società Bancomat S.p.A. sono state diverse banche popolari. Il timore, principalmente delle banche medio-piccole, è che i possessori delle carte passino in massa verso le banche più grandi, per la facilità di trovare sportelli automatici presso i quali prelevare gratuitamente.
L’Antitrust, in estrema sintesi, ha motivato la bocciatura spiegando che “la razionalizzazione della rete a seguito di concentrazioni bancarie, di scelte societarie degli istituti di credito e anche di logiche di ottimizzazione, possono non dipendere dal mero prelievo in circolarità. Ad esempio, anche in zone ad alta densità di prelievi, come quelle turistiche o fortemente commerciali, un numero troppo elevato di sportelli può risultare non efficiente. Si tratta di una circostanza che trova riscontro nei dati acquisiti nel corso dell’istruttoria secondo cui – a fronte di una contrazione della rete (tra il 2015 e il 2021 il numero degli sportelli è sceso del 28,4% e quello degli Atm del 13,9%) – si è registrata una crescita degli Atm per ciascuno sportello, che comporta un aumento di Atm per filiale: nel periodo 2015-2021 il numero medio di Atm per sportello è salito da 1,44 a 1,73 con un incremento di oltre il 20% (dati Banca d’Italia)“.
A preoccupare il Garante della Concorrenza, inoltre, sono i rischi che si possano venire a creare degli ostacoli per la concorrenza tra le banche sui servizi che vengono erogati alla clientela.