Economia

Bando europeo ai motori benzina e diesel, cresce il fronte del no. C’è anche l’Italia

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Cresce in Europa il fronte del no al bando Ue ai motori diesel, a benzina e Gpl a partire dal 2035. Sono diversi i Paesi a chiede più tempo. Italia, Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia, hanno sottoscritto un documento che propone di posticipare l’eliminazione dei motori a combustione di cinque anni al 2040 e di ridurre le emissioni di  anidride carbonica del 90% (anziché del 100% come proposto da Commissione europea ed Europarlamento). Il documento è predisposto in vista della riunione del Consiglio ambiente Ue fissata per martedì 28.

Per l’Ue si tratterebbe di un tassello decisivo del pacchetto Fit-for-55, che punta a raggiungere la neutralità, climatica entro il 2050, ma la data sembra troppo vicina. Questo anche perché l’elettrico a oggi non sarebbe in grado di compensare la perdita di posti di lavoro. Secondo i calcoli dell’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), il bando metterebbe a rischio 70.000 posti di lavoro.

C’è da dire che la posizione del governo non è apparsa univoca. Le diverse anime passano dal ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti, che teme una ‘curva pericolosa’ per la quale usare prima il freno, al ministro del Lavoro Andrea Orlando che ritiene difficile poter fermare la tabella di marcia.

Anche la Germania sembra orientata al no. “Ho deciso che io nel governo, che noi nel governo federale, non accetteremo questa legislazione europea”, ha detto qualche giorno fa il ministro tedesco delle Finanze, Christian Lindner, parlando a Berlino alla platea della Giornata dell’industria, organizzata dalla Bdi, la Federazione dell’industria tedesca. Il ministro liberale ha di fatto annunciato un veto tedesco sulla decisione presa due settimane fa dal parlamento europeo.  Il ‘no’ tedesco, tuttavia, non è per niente certo, visto che anche il governo di Berlino, come quello italiano, sembra ancora diviso su come posizionarsi.

In tre anni più che dimezzate le auto a benzina e gasolio

I numeri sembrano comunque segnare un cambio di scenario. Negli ultimi tre anni, infatti, sono più che dimezzate in Italia le immatricolazioni delle auto alimentate a benzina e gasolio, mentre sono cresciute quelle delle auto elettriche. A delineare il quadro è’ l’Unrae, l’Associazione delle case automobilistiche estere, che spiega come le immatricolazioni delle auto a benzina si siano fermate a 436mila, quelle a gasolio a 323 mila, rappresentando comunque ancora il 90% del parco circolante, con oltre 34,5 milioni di unità.

Le auto elettriche “con la spina” sono invece salite a quasi 137mila nel 2021, raggiungendo quota 9,4% del totale. Una percentuale però ancora molto lontana dal 26% della Germania, dal 18,6% del Regno Unito e dal 18,3% della Francia.