NEW YORK (WSI) – Una delle principali ragioni per cui una crescita relativamente sostenuta come quella cinese preoccupa, comunque, i mercati finanziari è la presenza di un elevato e crescente livello d’indebitamento privato. Come sempre, la sostenibilità dei debiti è strettamente legata ai redditi, ecco dunque che un rallentamento come quello sperimentato in Cina basta e avanza a generare dubbi e preoccupazioni.
Secondo gli strategist di Bank of America-Merrill Lynch, David Cui, Tracy Tian e Katherine Tai, bisogna aspettarsi che le turbolenze in Cina siano più la regola che non l’eccezione per il corso di tutto il 2016. Gli analisti fanno notare innanzitutto che il debito privato cinese sul Pil è cresciuto del 75% tra il 2009 e il 2014, l’incremento più alto fra le economie di cui si dispongono dati. Solo fra il 2009 e il 2012 il rapporto debito privato/Pil è cresciuto del 49%.
Scrivono gli analisti:
Storicamente ogni paese che abbia visto crescere il debito in modo così rapido è incorso inevitabilmente in problemi del sistema finanziario, incluse svalutazioni, ricapitalizzazioni del sistema bancario, inflazione alta. Non possiamo aspettarci che la Cina sia un’eccezione.
La particolarità della Cina, però, è la grande forza e pervasività dell’intervento pubblico che in molte occasioni ha indirizzato il corso naturale degli squilibri presenti nel Paese. Tuttavia gli strategist di BofA non credono che questo possa costituire un fattore davvero stabilizzante sul lungo periodo: si tratterebbe del caso in cui “la stabilità a breve termine alimenta l’instabilità sul lungo periodo”.
Tutte le varie misure introdotte dal governo per limitare un’eccessiva volatilità sui mercati stanno cullando gli investitori in un falso senso di sicurezza. Che si tratti di politiche macroeconomiche espansive, di supporto alle azioni nazionali, di pezze per evitare grossi default, di scudi a difesa del capitale per coloro che hanno fallito nel prezzare adeguatamente il rischio, la storia è sempre quella: con tali interventi vengono incoraggiate speculazioni sempre più rischiose. Così come è lecito chiamare il fenomeno azzardo morale.
Cosa aspettarsi dunque nei prossimi mesi? Gli analisti di BoA prevedono un calo dell’indice Shanghai Composite a quota 2.600 punti entro la fine dell’anno, segnando un -30% rispetto alla conclusione del 2015. Anche lo yuan viene visto in declino sul Forex rispetto al biglietto verde e potrebbe arrivare a 6,9 unità per dollaro, una previsione che, eventualmente, “potrebbe essere rivista verso il ribasso”.