La Bank of England alza i tassi di interesse di 25pb portandoli a 5,25% in una mossa volta a combattere le pressioni inflazionistiche, in linea con le attese degli economisti. Si tratta del quattordicesimo consecutivo rialzo dei tassi del Comitato di politica monetaria (MPC), guidato da Andrew Bailey, che nel meeting di oggi ha votato 6-3 a favore ad un rialzo dello 0,25%. Da far notare che due membri del MPC avrebbero preferito un secondo aumento consecutivo di 50 punti base, mentre uno avrebbe voluto mantenere i tassi invariati al 5%.
Bank of England, il quadro di politica monetaria
Nell’ultima riunione di giugno, il Comitato di politica monetaria della banca ha sorpreso i mercati con un aumento di 50 punti base, perché l’inflazione nel Regno Unito era ben superiore rispetto le altre economie europee, ma soprattutto molto sopra l’obiettivo del 2% della BoE. Da allora i prezzi hanno mostrato segni di raffreddamento, ma il MPC sta affrontando un quadro ancora complicato sul fronte del mercato del lavoro. Gli ultimi dati hanno mostrato che l’attività si è notevolmente attenuata a maggio. Ciononostante, la crescita salariale è rimasta sgradevolmente forte per la Banca, con la crescita delle retribuzioni del settore privato in salita al 7,7% nel mese di maggio.
L’inflazione complessiva dei prezzi al consumo (CPI) a giugno è scesa al 7,9% dall’8,7% superiore alle attese di maggio, mentre l’inflazione core, depurata dai prezzi dei beni energetici e alimentari è rimasta al 6,9% su base annuale in calo dal 7,1% di maggio.
“Il rialzo di 25 punti di oggi è in linea con le opinioni del mercato e degli economisti pre-riunione. Da questa decisione si evince che il Comitato di politica monetaria (MPC) è favorevole a un approccio cauto per quanto riguarda ulteriori rialzi e dà l’impressione che gli attuali tassi restrittivi siano vicini al picco atteso. Scrive in una nota Jamie Niven, Senior Fund Manager, Fixed Income, Candriam. “Riteniamo che gli attuali livelli restrittivi avranno un impatto maggiore sulla crescita, portando infine a tassi più bassi di quelli attualmente considerati dalle aspettative del mercato.”
Stime sull’inflazione riviste al ribasso
Le proiezioni sull’inflazione sono state riviste al ribasso, rispetto alle proiezioni di maggio, al 4,9% entro la fine di quest’anno, grazie al calo dei prezzi dell’energia. Mentre dovrebbe tornare sul target della banca centrale al 2% nel secondo trimestre del 2025 secondo le stime della Bank of England. Mentre entro la fine del 2024 dovrebbe scendere fino al 2,5% per poi calare ulteriormente nel 2025 all‘1,6%.
Le nuove proiezioni della BoeE sono senz’altro un sollievo per il governo del premier Rishi Sunak, che ha promesso di dimezzare l’inflazione entro la fine dell’anno dopo un numero record del 10,1%, toccato nel gennaio 2023.
Debito UK tra i più bassi nel G-7
Il debito del Regno Unito è tra i più bassi, in percentuale rispetto alla crescita economica, nel gruppo dei Paesi del G7. I dati dell’ufficio di statistica hanno inoltre rilevato che il debito del Regno pari a 2,5 trilioni di sterline è migliorato nei primi tre mesi dell’anno, scendendo leggermente al 100,5% del PIL.
L’ufficio di statistica (ONS) del Regno Unito hanno segnalato che nell’ultimo trimestre dello scorso anno il debito pubblico si è attestato al 101% del prodotto interno lordo (PIL) del paese. Ben superiore rispetto al periodo pre-pandemia (I trimestre 2020), quando quando si attestava all’84,4% del PIL.
L’Office for National Statistics (ONS) del UK, ha evidenziato che il bilancio del Regno era in condizioni migliori rispetto alla maggior parte degli altri membri del G7, che comprende Canada, Stati Uniti, Francia, Giappone, Germania e Italia. La Germania è stato l’unico paese del gruppo ad avere un onere minore al 66,5% del PIL per l’ultimo trimestre dello scorso anno.
Il membro G7 con il debito più ingombrante senza dubbio è il Giappone, dove nell’ultimo trimestre dello scorso anno il debito pubblico era pari al 261% del PIL.