Il nuovo governo britannico ha nominato Andrew Bailey, il capo della Financial Conduct Authority (Fca), la Consob d’oltremanica, come nuovo governatore della Banca d’Inghilterra (Boe): dal 16 marzo, e fino al 2028, prenderà il posto del canadese Mark Carney.
La notizia, anticipata dal Financial Times, è stata confermata da esponenti del governo.
“Andrew è stato il candidato di spicco in un contesto competitivo”, ha detto ai giornalisti il ministro delle finanze Sajid Javid. “È la persona giusta per guidare la Banca mentre costruiamo un nuovo futuro fuori dall’Ue e aumentiamo le opportunità in tutto il paese”.
Bailey ha detto in un comunicato di essere onorato di assumere la guida della BoE (Bank of England) “specialmente in un momento così critico per la nazione mentre lasciamo l’Unione europea”.
Le sue possibilità sembravano essere state danneggiate da una serie di scandali finanziari, successi quest’anno e che avevano sollevato dubbi sull’efficacia della Fca come autorità di controllo.
Alla fine, il sessantenne di Leicester si è imposto su tutti i candidati in lizza per la posizione, tra cui Minouche Shafik, direttrice della London School of Economics; Shriti Vadera, presidente di Santander Gb e consigliere dell’ex primo ministro Gordon Brown; Kevin Warsh, ex membro del consiglio di amministrazione della Federal Reserve americana.
Ex vice governatore della banca, sarà lui a supportare la divisa britannica nella fase più drammatica della sua storia dopo la crisi del 1992, quando Londra uscì dal Sistema monetario europeo (Sme).
L’impressione generale è che Bailey continuerà sulla strada imboccata da Carney. Una strada costellata da stimoli mirati e una forward guidance, ovvero indicazioni prospettiche ad hoc, che hanno contribuito a evitare il completo collasso economico del Paese.
Pil terzo trimestre sopra le attese
La nomina di Andrew Bailey come nuovo governatore della Bank of England, arriva nei giorno in cui sono stati diffusi i dati sul Pil britannico, cresciuto nel terzo trimestre leggermente più delle attese, nonostante l’incognita della Brexit.
Il prodotto interno lordo della Gran Bretagna nel periodo da luglio a settembre 2019 è stato rivisto al rialzo rispetto alla stima preliminare sia su base congiunturale sia su base tendenziale. Il dato è stato corretto a +0,4% trimestre su trimestre da +0,3% trimestre su trimestre e a +1,1% anno su anno rispetto a +1%.
Sempre nel terzo trimestre, il deficit delle partite correnti (ovvero l’eccedenza delle importazioni sulle esportazioni) si è ridotto ai minimi dal 2012 (a 15.860 miliardi di sterline da 24.152 miliardi del secondo trimestre) grazie a un aumento dell’export del paese.