ROMA (WSI) – Le banche italiane stanno riducendo i titoli di stato in portafoglio, che invece vengono acquistati in misura maggiore soprattutto dagli investitori esteri. E’ quanto risulta dai dati di Bankitalia, secondo cui a fine 2013 la quota dei non residenti dei bond italiani è salita al 27% mentre quella delle banche è scesa dal 23 al 21,7%. I dati del primo bimestre parlano inoltre di “ingenti acquisti netti” degli investitori stranieri che avrebbero ulteriormente puntato sui BTP.
Riguardo all’Italia, “la ripresa ciclica si va estendendo ma resta fragile”. Nel rapporto sulla stabilità finanziaria l’istituto segnala “come prosegua la fase di debolezza del mercato immobiliare”.
In Italia “prosegue la discesa dei prezzi delle abitazioni in atto dalla fine del 2011. Nel quarto trimestre del 2013 la flessione è stata dell’1,3 per cento sul periodo precedente (-4,8 sul quarto trimestre del 2012)”.
I prezzi “sono invece rimasti pressoché invariati in tutti i principali comparti degli immobili non residenziali; tra questi, nella seconda metà dell`anno sono lievemente cresciuti quelli degli edifici destinati a usi produttivi (capannoni)”.
Nel quarto trimestre il numero delle compravendite è tornato a diminuire, “riflettendo la possibile convenienza a rinviare gli acquisti in vista della riduzione dall’inizio di quest’anno delle imposte di registro (dal 3 al 2 per cento per le abitazioni principali) e di quelle ipotecarie e catastali (definite ora in ammontare fisso e non più in proporzione al valore dell’immobile)”.
I rischi di “sopravvalutazione delle case in Italia sono modesti. L’indice della capacità di accesso al mercato da parte delle famiglie e il rapporto tra prezzi e affitti sono scesi a valori contenuti nel confronto storico”.
Nei prossimi mesi “proseguirebbe la fase di debolezza del mercato, pur con qualche segnale di attenuazione. Le attese degli agenti immobiliari prefigurano una nuova flessione dei prezzi nel trimestre in corso”.
Riguardo alle imprese, le condizioni finanziarie “sono ancora deboli” e il credito delle banche continua a ridursi. “La debolezza della ripresa e le difficoltà di accesso al credito rimarranno i principali fattori di rischio per le imprese nei prossimi mesi”.
La redditività delle aziende, nel 2013, resta “bassa” e “le condizioni finanziarie delle imprese restano nel complesso deboli”. Negli ultimi mesi del 2013 “sono tuttavia emersi segnali di lieve miglioramento” e “la crescita delle sofferenze è divenuta meno intensa”, ha rilevato la Banca d’Italia.
Tuttavia il credito continua a ridursi: “l’indagine condotta dall’Istat nei primi mesi del 2014 presso le imprese manifatturiere indica che la percentuale di aziende che dichiarano difficoltà nell’accesso al credito è rimasta elevata, attorno al 18 per cento tra le aziende con meno di 50 addetti e al 12 tra quelle più grandi”.
Al calo del credito ha contribuito, oltre alla debole dinamica degli investimenti, “l`accelerazione dei rimborsi dei debiti della Pubblica amministrazione, che molte imprese hanno utilizzato per ridurre l`esposizione nei confronti degli intermediari: alla fine di marzo del 2014 erano stati rimborsati 23,5 miliardi, circa la metà della cifra stanziata per il biennio 2013-14”.
Si smorza la flessione del reddito disponibile delle famiglie. La debole dinamica del reddito è “il rischio maggiore”.
Nel corso del 2013 “si è attenuata la flessione del reddito disponibile in termini reali delle famiglie in atto dal 2011: nell`anno la contrazione è stata dell’1,2 per cento”, si legge nel rapporto.
Il reddito nominale “è rimasto sostanzialmente invariato; a fronte di una riduzione dei consumi, il risparmio è cresciuto in misura considerevole (11,1 per cento). Ciò, insieme all`aumento dei prezzi delle attività mobiliari, ha contribuito all’incremento della ricchezza finanziaria dello 0,5 per cento nei primi nove mesi del 2013. La ricchezza totale ha tuttavia continuato a ridursi per effetto del calo del valore degli immobili”.