ROMA (WSI) – Nell’area euro “aumentano i rischi per la stabilità finanziaria”. È l’allarme lanciato dalla Banca d’Italia nel rapporto sulla stabilità finanziaria. I rischi provengono “dalla perdita di vigore della crescita e dai persistenti bassi livelli di inflazione”.
“Il protrarsi della fase di stagnazione avrebbe ripercussioni negative sul sistema finanziario e sui conti pubblici. Valori eccessivamente ridotti dell’inflazione rendono più difficoltoso il processo di riassorbimento del debito, pubblico e privato, e implicano un inasprimento delle condizioni monetarie, con effetti negativi su consumi e investimenti”.
“Le prospettive di crescita dell’area euro sono rese più incerte dalla fragilità e dall’eterogeneità della ripresa economica mondiale. I mercati finanziari appaiono esposti a repentini rialzi della volatilità, come accaduto intorno alla metà di ottobre per l’aggravarsi dei timori sulle condizioni politiche e finanziarie in Grecia”.
Il mercato immobiliare italiano “è ancora debole” e i prezzi delle case torneranno a crescere solo nel 2015. “La discesa dei prezzi delle case è continuata nel terzo trimestre del 2014 e proseguirebbe nel quarto, comportando per il complesso dell’anno una nuova flessione, pur se inferiore a quella del 2013”.
I prezzi “riprenderebbero a salire moderatamente nel corso del 2015 in uno scenario di graduale crescita del reddito disponibile e di miglioramento delle condizioni di accesso al credito”.
Nel secondo trimestre, “i prezzi delle case sono lievemente diminuiti (-0,6% sul periodo precedente, da -1% nel primo), ma il calo si è interrotto per quelli delle nuove abitazioni”.
“Il numero delle compravendite, valutato al netto delle oscillazioni indotte dalla riduzione delle imposte catastali e di registro introdotta all’inizio dell’anno, si è stabilizzato sui livelli assai modesti della prima metà del 2013”. Nel comparto degli edifici non residenziali “il numero delle transazioni e i prezzi hanno proseguito la moderata tendenza al ribasso”.
Per il settore “le prospettive rimangono incerte. Gli indicatori anticipatori, dopo una fase di miglioramento, si sono indeboliti. A ottobre l’indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione ha solo in parte recuperato il calo subito nell’estate, collocandosi tuttavia su livelli più elevati rispetto a quelli della fine dello scorso anno. L’attività nei settori industriali che forniscono i principali prodotti intermedi all’edilizia è tornata a diminuire”.
“L’evoluzione del mercato immobiliare è soggetta ai rischi connessi con la normativa fiscale, che ha subito frequenti revisioni negli ultimi anni. In un quadro di persistenti difficoltà reddituali, l’incertezza sul trattamento fiscale della proprietà immobiliare potrebbe aumentare lo squilibrio tra offerta e domanda di abitazioni, con effetti negativi sui prezzi di mercato”.
Riguardo alle banche italiane, Via Nazionale fa notare che nei primi nove mesi dell’anno hanno ceduto “attraverso cessioni o cartolarizzazioni, prestiti in sofferenza per quasi 3 miliardi”. (Lna)