È bufera sulla Banca d’Italia, dopo che ieri il Pd ha presentato una mozione alla Camera per evitare il rinnovo della carica dell’attuale numero uno Ignazio Visco, che il 31 ottobre conclude il suo mandato alla guida di palazzo Koch.
Nella mozione, i Democratici chiedono al governo di impegnarsi a trovare “una figura idonea per una nuova fiducia” osservando che “l’efficacia dell’azione di vigilanza della Banca d’Italia è stata, in questi ultimi anni, messa in dubbio dall’emergere di ripetute e rilevanti situazioni di crisi o di dissesto di banche’, che ”avrebbero potuto essere mitigate nei loro effetti da una piu’ incisiva e tempestiva attivita’ di prevenzione e gestione”.
Sembrerebbe dunque imporsi la linea del segretario Matteo Renzi, che da mesi lavora per la successione del governatore dopo gli scandali bancari. Anche se Renzi prende subito le distanze:
“Non ho ruoli in questa vicenda. Sono molto rispettoso delle prerogative delle diverse istituzioni. Il compito di decidere spetta al presidente del Consiglio, che si chiama Paolo Gentiloni, e lui farà le sue valutazioni” sottolinea il segretario Pd.
La mozione ha creato tensione con Palazzo Chigi e una lunga mediazione per modificare il testo e consentire al governo di dare parere favorevole prima del voto, concluso poi con 213 sí e 97 no.
Non solo. L’episodio ha fatto intervenire il Quirinale.
“Le prese di posizione riguardanti la Banca d’Italia devono essere ispirate ad esclusivi criteri di salvaguardia dell’autonomia e dell’indipendenza dell’Istituto, nell’interesse della situazione economica del nostro Paese e della tutela del risparmio degli italiani, e che a questi principi si deve attenere l’azione di tutti gli organi della Repubblica, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo”, ha detto il presidente Sergio Mattarella.
Intanto fonti di Bankitalia hanno fatto sapere che la Banca d’Italia “ha agito in continuo contatto col Governo”.
“La Banca d’Italia – affermano le stesse fonti – fa interamente il suo dovere nelle diverse funzioni che svolge, applicandovi competenza e coscienza. In particolare nella vigilanza bancaria, in questi anni segnati dalla piu’ grave crisi economica della storia moderna d’Italia, ha difeso il risparmio nazionale limitando i danni. Questi non potevano non esserci, data la gravissima condizione dell’economia; alcuni casi di gestione bancaria cattiva o criminale, sono stati contrastati per quanto consentito dalla legge e, quando opportuno, segnalati alla Magistratura”.
Di tutto questo, spiegano le fonti,
“vi è ampia evidenza anche pubblica. Il Governatore della Banca d’Italia ha parlato col Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario (Pier Ferdinando Casini, ndr); la Banca sottometterà ogni documento rilevante per i lavori della Commissione. Il Governatore è pronto a essere ascoltato dalla Commissione quando essa vorra’”.