Economia

Bankitalia, nel 2009 ricchezza famiglie italiane stimabile a 8.600 mld

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(Teleborsa) – Alla fine del 2009 la ricchezza netta delle famiglie italiane, cioè la somma di attività reali (abitazioni, terreni, ecc.) e di attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.), al netto delle passività finanziarie (mutui, prestiti personali, ecc.), è stimabile in circa 8.600 miliardi di euro. Lo si legge sul bollettino statistico della Banca d’Italia pubblicato oggi, che rileva come la ricchezza netta complessiva delle famiglie italiane, a prezzi correnti, è aumentata tra la fine del 2008 e la fine del 2009 di circa l’1,1 per cento (93 miliardi di euro), per effetto di aumenti delle attività finanziarie (2,4 per cento) superiori a quelli delle passività (1,6 per cento), mentre le attività reali hanno registrato solo un lieve rialzo (0,4 per cento.) In termini reali, l’aumento della ricchezza complessiva rispetto alla fine del 2008 è stato dell’1,3 per cento (più di 100 miliardi di euro del 2009. Secondo stime preliminari, nel primo semestre 2010, la ricchezza netta delle famiglie sarebbe leggermente diminuita in termini nominali (-0,3 per cento) per effetto di una diminuzione delle attività finanziarie e di un aumento delle passività, che hanno più che compensato la crescita delle attività reali. La distribuzione della ricchezza è caratterizzata da un elevato grado di concentrazione: molte famiglie detengono livelli modesti o nulli di ricchezza; all’opposto, poche famiglie dispongono di una ricchezza elevata. Le informazioni sulla distribuzione della ricchezza – desunte dall’indagine campionaria della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane indicano che alla fine del 2008 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 10 per cento della ricchezza totale, mentre il 10 per cento più ricco deteneva quasi il 45 per cento della ricchezza complessiva. L’indice di Gini, che varia tra 0 (minima concentrazione) e 1 (massima concentrazione), risultava pari a 0,613, sostanzialmente in linea con quello osservato nel 2006. Il numero di famiglie con una ricchezza netta negativa, alla fine del 2008 pari al 3,2 per cento, risulta invece in lieve ma graduale crescita dal 2000 in poi. Secondo le stime disponibili, nel confronto internazionale l’Italia registra un livello di disuguaglianza della ricchezza netta tra le famiglie piuttosto contenuto, anche rispetto ai soli paesi più sviluppati. Tra la fine del 2008 e la fine del 2009 la ricchezza netta per famiglia è diminuita dello 0,3 per cento a prezzi correnti e dello 0,2 a prezzi costanti; sempre a prezzi costanti, la ricchezza netta per famiglia è tornata su livelli di poco inferiori a quelli che si registravano alla fine del 2005. Alla fine del 2008 la ricchezza netta era pari a 7,8 volte il reddito disponibile lordo delle famiglie italiane, rapporto in linea con quello della Francia (7,5) e del Regno Unito (7,7), lievemente superiore a quello del Giappone (7), e significativamente superiore a quello del Canada (5,4) e degli Stati Uniti (4,8). Le attività reali detenute alla fine del 2008 dalle famiglie italiane erano pari a 5,4 volte il reddito disponibile, un valore di poco inferiore a quello della Francia (5,7), in linea con quello del Regno Unito (5,2), ma superiore a quello degli Stati Uniti (2,2), del Canada (3,3) e del Giappone (3,4). Si conferma per l’Italia una maggiore propensione all’investimento immobiliare, che riflette tra l’altro una struttura del sistema produttivo che vede la preponderanza delle microimprese familiari, per le quali gli immobili sono anche capitale d’impresa. Alla fine del 2008 le attività finanziarie delle famiglie italiane risultavano pari a oltre 3 volte il reddito disponibile, un rapporto inferiore a quello di Giappone, Stati Uniti, Regno Unito e Canada ma superiore a quello di Germania e Francia. Va peraltro ricordato che nei paesi anglosassoni la relativa minore rilevanza del sistema pensionistico pubblico implica un maggior investimento in riserve tecniche di assicurazione. Nel confronto internazionale le famiglie italiane risultano relativamente poco indebitate; l’ammontare dei debiti è pari al 78 per cento del reddito disponibile lordo (in Germania e in Francia esso è circa del 100 per cento, mentre negli Stati Uniti e in Giappone è del 130 per cento). Secondo studi recenti, la ricchezza netta mondiale delle famiglie ammonterebbe a circa 160.000 miliardi di euro. La quota relativa all’Italia sarebbe pertanto di circa il 5,7 per cento; tale quota appare particolarmente elevata se si considera che l’Italia rappresenta poco oltre il 3 per cento del PIL mondiale e meno dell’1 per cento della popolazione del pianeta. L’Italia appartiene alla parte più ricca del mondo, collocandosi nelle prime dieci posizioni tra gli oltre 200 paesi considerati nello studio, in termini di ricchezza netta pro-capite. Il 60 per cento delle famiglie italiane ha una ricchezza netta superiore a quella del 90 per cento delle famiglie di tutto il mondo; quasi la totalità delle famiglie italiane ha una ricchezza netta superiore a quella del 60 per cento delle famiglie dell’intero pianeta.