Bankitalia: nel 2020 propensione al risparmio ai livelli massimi degli ultimi vent’anni
La pandemia di Covid-19 ha avuto effetti estremamente gravi sul piano umano, sociale ed economico. La crisi ha colpito soprattutto le fasce più deboli della popolazione e i paesi più vulnerabili, accrescendo i rischi di un aumento delle disuguaglianze nei prossimi anni.
Guardando all’Italia, la riduzione del reddito disponibile causata dall’emergenza sanitaria è stata ampia e assai eterogenea tra le famiglie. La flessione tuttavia è stata nel complesso molto minore di quella del PIL, grazie agli interventi di sostegno, in larga parte introdotti in via straordinaria e temporanea; questi hanno anche contribuito a contrastare l’aumento della disuguaglianza della distribuzione del reddito da lavoro, che altrimenti sarebbe stato significativamente maggiore di quello osservato nell’intero arco delle due precedenti recessioni, tra il 2009 e il 2014.
Così la Banca d’Italia nella sua Relazione annuale precisando che la contrazione dei consumi ha riflesso il calo del reddito disponibile, ma anche un aumento molto rilevante della propensione al risparmio. Ad esso hanno contribuito sia la riduzione delle spese da parte delle famiglie, indotta dai timori di contagio e dalle misure restrittive sul commercio adottate per contrastare la diffusione del virus, sia un movente precauzionale di ordine economico in un contesto di forte incertezza sulle prospettive per i redditi e per l’occupazione. Nella media del 2020 la propensione al risparmio si è collocata sui livelli massimi degli ultimi vent’anni. Nelle valutazioni delle famiglie, solo un terzo del risparmio accantonato nel 2020 sarà consumato nell’anno in corso.
La pandemia ha accelerato la diffusione degli strumenti di pagamento alternativi al contante e ha modificato le preferenze delle famiglie nel mercato immobiliare, aumentando la richiesta di alloggi più grandi, dotati di terrazzi o giardini.
Aspettative più favorevoli
Nelle ultime indagini della Banca d’Italia le aspettative delle famiglie sono diventate leggermente più favorevoli. La maggioranza si attende che il reddito non si ridurrà nel complesso del 2021; risultano più pessimisti i nuclei familiari che versavano in difficoltà economiche già prima della pandemia. Secondo gli indicatori al momento disponibili, i consumi si sono stabilizzati nei primi mesi del 2021 su livelli ancora inferiori a quelli precedenti la pandemia, con un recupero marcato per i beni, mentre la domanda di servizi è ancora debole soprattutto nel comparto alberghiero e della ristorazione. Il successo della campagna vaccinale è tra i principali fattori che incoraggerebbero una ripresa dei consumi. Le famiglie si attendono che la propensione al risparmio
resterà comunque elevata nel corso del 2021.