Roma – Il peso della tassazione in Italia è elevato soprattutto sul lavoro”. Lo ha detto Daniele Franco capo della ricerca economica di Bankitalia in audizione al Senato. Nel 2010 la pressione, ha detto, è stata superiore in Italia di quasi 3 punti rispetto alla media degli altri paesi dell’area euro e di 5,5 punti a quella del Regno Unito.
‘La pressione fiscale in Italia e’ elevata sia nel confronto storico sia in quello internazionale. Nel prossimo triennio e’ destinata a crescere ulteriormente per effetto delle misure di aumento delle entrate incluse nei provvedimenti di consolidamento dei conti pubblici approvati nel corso dell’estate.”
”Dopo essere rimasta sostanzialmente stabile nella prima parte dello scorso decennio, ha rilevato, la pressione fiscale e’ aumentata nel biennio 2006-07 per effetto principalmente di misure discrezionali. Negli anni tra il 2008 e il 2009 e’ rimasta stabile intorno al 43 per cento. Nel 2010 e’ leggermente scesa (al 42,6 per cento) per il venire meno di alcune entrate straordinarie in conto capitale; resta prossima ai livelli massimi del dopoguerra.”
La Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza dello scorso settembre – ha affermato – indica per il 2013 una pressione fiscale pari al 43,9 per cento; a tale valore si aggiungerebbe una parte dell’effetto atteso dall’attuazione della delega in esame (pari a un punto di pil). L’incremento della pressione fiscale tra il 2010 e il 2013 sarebbe pertanto compreso tra 1,3 e 2,3 punti percentuali.
Tale livello sarebbe ancora maggiore se gli enti decentrati compensassero, anche solo in parte, la riduzione dei trasferimentistatali disposta con le manovre estive con un aumento dell’imposizione a livello locale. ”Le principali componenti del prelievo – imposte dirette, imposte indirette e contributi sociali – sono ciascuna pari a circa un terzo del carico fiscale complessivo, mentre l’incidenza delle imposte in conto capitale e’ trascurabile. Nell’arco dell’ultimo decennio e’ aumentato il peso sul pil anche dei contributi sociali, a fronte della sostanziale stabilita’ delle altre due voci”, ha sottolineato Franco.
Inoltre manca una valutazione “quantitativa realistica” dell’entità del gettito atteso dalla riforma fiscale e assistenziale e occorre farla “rapidamente”. Se dovesse emergere un divario questo dovrà essere subito colmato con misure alternative, in particolare con tagli alle spese. Pena la “credibilità” della manovra.
“Occorre – ha detto Franco – procedere rapidamente a una valutazione quantitativa realistica dei margini esistenti per ridurre la spesa assistenziale e dell’entità del gettito che potrebbe provenire da una razionalizzazione del sistema fiscale.
L’eventuale divario rispetto agli effetti inclusi nella manovra di bilancio andrebbe immediatamente colmato con interventi alternativi, preferibilmente dal lato della spesa”. “L’ingente ammontare di risorse atteso dall’esercizio della delega e le controindicazioni a una applicazione meccanica della riduzione delle agevolazioni prevista dalla clausola di salvaguardia possono indebolire la credibilità della manovra di risanamento in un momento in cui la fiducia degli investitori rappresenta un bene essenziale per il nostro Paese”, ha concluso.
BANKITALIA, PENSARE A REINTRODUZIONE ICI
“Sarebbe necessaria una riflessione sull’opportunità di reintrodurre l’abitazione principale fra gli immobili soggetti a imposta, in particolare l’Ici”. Lo ha detto Daniele Franco capo della ricerca economia di Bankitalia in audizione al Senato.
“L’esenzione dell’Ici dalle abitazione principali – ha aggiunto Franco – costituisce nel confronto internazionale un’anomalia del nostro ordinamento tributario ed espone al rischio di trasferire una parte rilevante dell’onere dell’imposta su esercizi commerciali e studi professionali o sui proprietari di seconde case”.
BANKITALIA, FORTE CRESCITA TASSE LOCALI TRA 2000-2010
“Oltre un quinto delle entrate tributarie è di competenza delle amministrazioni locali. La loro quota di entrate è stata pari a oltre il 22 per cento tra il 2000 e il 2010”. Lo ha detto il capo della ricerca economica di Bankitalia Daniele Franco. Quota “in forte crescita rispetto alla media registrata negli anni novanta (oltre il 12%)”. In prospettiva, ha aggiunto, il paniere e il peso delle entrate decentrate sono destinati a “ulteriore incremento” con l’attuazione del federalismo fiscale.